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Greenpeace, una capsula del tempo negli abissi del Polo Nord

Una capsula del tempo di vetro e titanio negli abissi del Polo Nord. E’ stata fatta affondare nei giorni scorsi dagli attivisti di Greenpeace, la cui “bandiera per il futuro” è stata sigillata in cima alla sfera: all’interno vi erano quasi 3 milioni di nomi di firmatari di una petizione per la salvaguardia dell’Artico. Un gesto simbolico che vuole richiamare l’attenzione internazionale per sottolineare come quest’area del mondo, con le sue ricchezze e le sue bellezze, sia patrimonio dell’umanità.

Sedici attivisti sono partiti il 7 aprile: hanno camminato 8 giorni sui ghiacci dell’Artico, per raggiungere infine il Polo Nord geografico il 14 aprile. Una volta nel punto preciso, hanno aperto nel ghiaccio un cerchio della dimensione necessaria a far passare la sfera della capsula del tempo contenente la loro “bandiera per il futuro”, che poi hanno lasciato andare sul fondale 4,3 chilometri più sotto. Secondo quanto si legge sul sito di Greenpeace, il punto esatto sarebbe lo stesso in cui in passato un sottomarino russo avrebbe piantato la propria bandiera per rivendicare il possedimento dei giacimenti petroliferi.

La capsula del tempo verrà recuparata nel 2050. Secondo Greenstyle alla cerimonia avrebbero partecipato anche i rappresentanti delle comunità indigene, interessati in prima linea ricordare alle multinazionali del petrolio e del gas che quella zona del mondo è patrimonio dell’umanità. Concretamente gli attivisti chiederebbero che la zona diventi una specie di “santuario globale protetto”: con loro ci sono 2,7 milioni di firme raccolte in tutto il mondo in difesa del ghiacciaio. I nomi dei firmatari della petizione sono stati inseriti nella capsula del tempo spedita nel fondo dell’Oceano.

Info www.greenpeace.org

 

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