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Due valanghe in Val d'Ossola travolgono e uccidono due scialpinisti

FORMAZZA, Verbano-Cusio-Ossola — Pasqua davvero funesta sulle montagne della Val d’Ossola: due valanghe mortali si sono staccate in Val Formazza e Valle Antigorio. Due i morti: un 26enne trentino e un 39enne mlanese, che è stato soccorso e trasportato all’ospedale di Berna dove è morto il giorno successivo.

La prima valanga si è staccata nel territorio di Formazza, nella valle omonima, parte della Val d’Ossola. Secondo la stampa locale, tre amici stavano praticando scialpinismo e, mentre stavano percorrendo il canale dei Sabbioni vicino al lago di Morasco, sono stati investiti dalla massa nevosa. Due di loro sono usciti illesi e hanno immediatamente dato l’allarme per il compagno disperso che non indossava il dispositivo Artva.

A causa del forte vento, l’elicottero non si è potuto alzare in volo ed è intervenuta una squadra di terra del Soccorso Alpino che dopo alcune ore ha raggiunto i 1700 metri di quota dove era avvenuto l’incidente. Le ricerche con le unità cinofile si sono però concluse nel modo peggiore: lo scialpinista, 26enne di origini trentine, è stato estratto privo di vita dalla massa nevosa.

La seconda valanga si è staccata nel comune di Baceno, al confine tra la Valle Antigorio e la Valle Devero, entrambi parte della Val d’Ossola. Secondo la stampa locale, lo scialpinista, proveniente dalla provincia di Milano, stava facendo un’escursione da solo nella zona dell’Alpe Devero. Giunto al Passo della Rossa, a 2380 metri di quota, è stato travolto dalla massa nevosa da cui non è stato completamente sommerso. Questo ha permesso al 39enne di attivare il dispositivo Artva, ma i soccorsi sono dovuti intervenire via terra, anche in questo caso, e sono giunti sul posto dopo circa 2 ore.

I volontari del Soccorso Alpino hanno trovato lo scialpinista in grave stato di ipotermia e lo hanno caricato su un toboga poichè si era procurato la frattura di un femore. Durante la discesa il ferito è entrato in arresto cardiaco e i soccorritori sono riusciti a rianimarlo. Dopodichè il 39enne è stato issato sull’elicottero dell’Air Zermatt che lo ha trasportato all’ospedale di Berna. Nonostante le cure, l’uomo è morto ieri a causa delle gravissime condizioni in cui versava.

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2 Commenti

  1. porca miseria l’Arva!!!!! ma cosa li hanno inventati a fare se non vengono usati??

    e poi cosa vuol dire questa frase?
    “Questo ha permesso al 39enne di attivare il dispositivo Artva” ??? lo ha attivato dopo??

    poveri cristi comunque…

    1. Il 39enne, Marco, sicuramente aveva l’Artva acceso. Credo sia sbagliato il resoconto giornalistico. Era un alpinista esperto e, a breve, sarebbe diventato Guida Alpina

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