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Karakorum, l’1122 pakistano arriva al Concordia Rescue Team

Concordia Rescue team
Concordia Rescue team

SKARDU, Pakistan — Quando Maurizio Gallo – responsabile del Comitato EvK2Cnr per le attività in Pakistan, nonché del Concordia Rescue Team –  si è avvicinato e ha sbirciato dentro al portellone aperto di un’ambulanza dell’1122 pakistano posteggiata in una via di Skardu, ha notato, ottime attrezzature mediche e del materiale alpinistico intonso: corde, moschettoni, fettucce e un’imbragatura ripiegata e ancora incellofanata. È da quell’imbragatura e da quel cellophane che è nato il progetto di collaborazione tra l’Emergency Service Rescue 1122 pakistano e il Concordia Rescue Team, la squadra di Soccorso alpino di stanza nel parco del K2.

Un vero e proprio protocollo d’intesa è stato firmato a nei giorni scorsi tra il Servizio di emergenza e soccorso 1122 del Governo del Gilgit-Baltisan e il Comitato EvK2Cnr, promotore del Concordia Rescue Team. Il progetto prevede uno scambio di competenze e di personale tra le due realtà di soccorso che hanno saputo individuare obiettivi condivisi e motivi di collaborazione.

Il Concordia Rescue Team è nato nel 2012 per far fronte alla mancanza di un servizio di primo soccorso all’interno del Central Karakorum National Park, servizio destinato a trekkers, alpinisti, ricercatori e ai portatori pakistani che nella stagione estiva lavorano all’interno del parco.

Una tenda, del materiale medico, una camera iperbarica, una barella specifica per il recupero in alta quota, bombole d’ossigeno, un telefono satellitare e una stazione radio: sono queste le attrezzature a disposizione del team che ha stazionato l’estate passata sul ghiacciaio Concordia, al cospetto degli imponenti 8000 pakistani. Nei quattro mesi passati nel parco i membri del campo di soccorso del Concordia hanno effettuato un intervento in alta quota sul Broad Peak e una decina di interventi per alpinisti e trekkers ma soprattutto hanno prestato servizi a oltre 300 portatori pakistani che hanno richiesto assistenza medica per problemi causati dalla dura professione: dolori articolari, dolori lombari, problemi di vista, mali stagionali. Un alpinista inglese è poi purtroppo deceduto a causa di un infarto durante un soccorso.

L’1122 pakistano è presente dal 2012 anche a Gilgit e Skardu con oltre 80 persone per ciascuno dei due presidi. Si tratta di un corpo di intervento complesso, solo in parte simile alla nostra croce rossa. L’1122 fornisce infatti oltre a servizi di soccorso medico anche servizi simili a quelli dei nostri vigili del fuoco e della protezione civile.

“Una motosega Stihl è una motosega Stihl, e non una motosega qualsiasi, magari di fattura cinese. Chi se ne intende sa di cosa stiamo parlando… e questo materiale tecnico a disposizione del personale dell’1122 affianca attrezzature mediche di prim’ordine e che per essere utilizzate necessitano di competenze mediche significative”. Questo ha pensato Gallo sorpreso della qualità del materiale medico e di soccorso ma anche colpito dall’evidente inutilizzo delle attrezzature alpinistiche stipate nell’ambulanza. E questo lo ha convinto che vi sarebbe potuto essere un proficuo scambio di competenze. Il Concordia Rescue Team avrebbe certamente potuto beneficiare della presenza di competenze e personale medico e paramedico professionale fornito dal 1122, mentre quell’imbragatura intonsa ha lasciato supporre che una formazione alpinistica specifica per gli interventi di soccorso in alta quota sarebbe certamente stata utile al personale del pronto soccorso pakistano.

Così ad ottobre 2012 si è svolto un workshop, simile a quello dell’anno precedente che aveva portato alla nascita del team di Soccorso alpino ma che ha coinvolto per la prima volta anche due membri dell’1122 pakistano. Organizzato nell’ambito di Seed – Social, Economic and Environmental Development – progetto promosso dal Comitato EvK2Cnr e dalla Karakorum International University, il workshop è stato condotto sotto la supervisione di Maurizio Gallo, guida alpina e responsabile delle attività in Pakistan di Evk2Cnr, e di Michele Cucchi, guida e membro del Soccorso alpino italiano.

Ora, a seguito del protocollo d’intesa, la collaborazione prosegue più serrata. Ad aprile prossimo si terrà un nuovo corso di formazione rivolto a otto membri del Concordia Rescue Team e a una decina di rappresentanti dell’1122.  Il corso prevede il coinvolgimento anche di un medico italiano esperto in medicina d’alta quota. Nell’ambito del progetto di collaborazione nuove forniture mediche verranno fornite da un ospedale italiano. A disposizione del team vi saranno un defibrillatore e un treppiede per il recupero da crepaccio e nuovo personale medico. Da giugno a settembre di quest’anno infatti, al campo stabile del Soccorso alpino di Concordia l’1122 garantirà la presenza di due persone con competenze mediche specifiche. Questa presenza amplierà la gamma dei servizi di soccorso forniti.

Il successo dell’iniziativa sta poi portando a una piccola rivoluzione culturale. Se all’inizio del progetto si potevano intravedere qualche motivo di diffidenza, il ruolo e i servizi che i membri del team hanno saputo svolgere hanno portato forte apprezzamento e attenzione anche da parte delle comunità locali.

“Siamo all’inizio di un qualcosa che può diventare un sistema gestito direttamente dall’1122 di Skardu che può risultare veramente innovativo rispetto ad altre esperienze precedenti, quali ad esempio quelle realizzate in Nepal”, diceva Gallo nell’ottobre del 2012. La firma del protocollo e i nuovi sviluppi del progetto lasciano presumere che abbia avuto ragione.

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