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Addio al Cardo d'Oro: il premio Itas diventa un'aquila di rame

Il nuovo premio-itas - Paolo tait e formella TRENTO — Volta pagina, dopo 40 anni, il noto riconoscimento letterario “Premio ITAS del Libro di Montagna”, che da quest’anno diventa biennale e cambia il trofeo. Il premio, infatti, non sarà più il noto Cardo d’Oro ma un’aquila, simbolo di Itas: una preziosa formella in rame e smalto fatta realizzare al noto artista trentino Paolo Tait. Il premio verrà assegnato a Trento il prossimo 30 aprile.

Il premio viene assegnato ai vincitori di tre diverse sezioni: la migliore opera narrativa o non narrativa sull’alpinismo, la storia della montagna, i viaggi, la cultura e lo sviluppo, l’avventura, e in generale sulla montagna come vita; e la miglior opera prima pubblicata sul tema della montagna. Entrambe dovranno essere state pubblicate dal 1 gennaio 2011 al 31 dicembre 2012. C’è poi  Montagnav(v)entura, riservato ai giovani tra i 16 e i 26 anni.

I vincitori riceveranno l’aquila e un premio in denaro di 5000 €. A consegnare i riconoscimenti sarà il nuovo presidente di giuria del Premio, Enrico Brizzi.

La Itas Assicurazioni ha istituito questo riconoscimento nel 1971, in occasione del suo 150° anno di attività. A Paolo Tait, oggi ha chiesto di rinnovare il premio secondo i valori della sua bicentenaria presenza sul territorio: mutualità, indipendenza, flessibilità, vicinanza e forza. “L’aquila caratterizza il nostro marchio da tempo – sottolinea il presidente del gruppo Itas Giovanni Di Benedetto – ed è lo stemma della Regione Trentino-Alto Adige, il territorio dove Itas è nata. È parso naturale, dunque, commissionare all’artista Paolo Tait un’opera il cui soggetto proponesse un’aquila in volo: alta, lungimirante e protettiva”.

La scelta di Paolo Tait è collegata alla monografia dell’artista dedicata al tema del bestiario. “L’aquila che risulta al centro della raffigurazione – racconta Paolo Tait – è la mediazione tra il mio approccio attento a sottolineare la rapacità dell’animale (una rapacità intesa come istante del volo, come metonimia dell’atto stesso del volare) e la volontà, invece, del Gruppo Itas di puntare soprattutto all’armonia e ai significati del volo di questo animale, dando un taglio molto figurativo per rendere l’opera più diretta e fruibile possibile. Il risultato ottenuto manifesta a tutti gli effetti ciò che per me rappresenta l’aquila, ovvero la libertà del volo che si alza al di sopra delle meschinità umane”.

La tecnica artistica vede l’uso dello smalto su rame, al fine di rendere unico e imprevedibile il risultato finale di ognuna delle tre formelle quadrate, da 50 cm per 50 cm, riservate ai vincitori: l’azione del fuoco nella fase di fusione dello smalto, infatti, aggiunge imprevedibilità e unicità all’opera finita.

“L’esecuzione dell’aquila si concretizza in una tecnica mista – spiega l’azienda in un comunicato -. Sopra una lastra quadrata di rame, da 50 cm di lato e dallo spessore di 3 mm, che ha subito una pulizia assoluta della superficie attraverso il decapaggio, viene in prima istanza predisposto lo smalto della parte posteriore, al fine di bloccare la dilatazione del rame durante le infornate successive nella fase di fusione dello smalto sulla fronte della lastra. Il disegno della parte anteriore della formella, del resto, è il risultato di numerose stratificazioni di smalto distribuito lungo la superficie tramite l’ausilio di una serie di maschere”.

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