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Scout, altolà ai pantaloni corti d'inverno? La polemica ridimensionata

Scout (photo courtesy Erik Rozendaal Flickr.com)
Scout (photo courtesy Erik Rozendaal Flickr.com)

MILANO — Basta con i pantaloni corti d’inverno e gli zaini troppo pesanti: è scoppiata la polemica, questa mattina, sul Corriere del Veneto dove è apparso un articolo secondo il quale il Soccorso alpino e il Cai avrebbero alzato la voce contro alcune delle più discusse e radicate pratiche degli scout e anzi, avrebbero avuto addirittura in cantiere un “protocollo di tre schede per correggere gli errori dei gruppi scout”. Ma questo pomeriggio è arrivata la secca smentita del responsabile del Cnsas Dolomiti Bellunesi, Fabio Bristot Rufus, che invece spiega come le associazioni alpinistiche e scout stiano da tempo lavorando insieme per una maggior sicurezza in montagna.

Secondo quanto riferito dal Corriere del Veneto, Cai e del Cnsas sarebbero stati in procinto di pubblicare un vero e proprio regolamento da applicare alle gite degli scout, a fronte dei frequenti episodi di cronaca che spesso vedono questi gruppi protagonisti di soccorsi in montagna. “Pur essendo deputato per legge a tutelare la sicurezza in montagna – spiega Bristot Rufus ai nostri microfoni – il Cnsas non avrebbe alcuna autorità per fare una cosa del genere. E’ vero, invece, che da anni stiamo lavorando con le maggiori associazioni scout e con altre per formare i ragazzi alla sicurezza in montagna attraverso il progetto www.montagnamicaesicura.it”.

Tra le regole di sicurezza promosse da questo progetto, c’è davvero quella dei pantaloni corti. “poiché “lo scout non è uno sciocco – recita -, sa rinunciare ai pantaloni corti quando serve (sulla neve serve di sicuro!)”. Ma non è certo una regola da imporre, piuttosto un suggerimento e un invito a riflettere sulle condizioni ambientali in cui ci si va a trovare, che si inserisce in un più ampio programma di formazione alla sicurezza in montagna, sia in inverno che in estate.

Per chiarire la posizione, è stato emesso un comunicato stampa firmato congiuntamente dal CAI, il CNSAS “Dolomiti Bellunesi” e AGAI, che riportiamo qui di seguito in modo integrale.

“Contrariamente a quanto riportato sul Corriere del Veneto in data 28 febbraio 2013 dal titolo, “Scout in montagna: no a pantaloni corti e zaini troppo pesanti”, né il Club Alpino Italiano né il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico hanno proposto, ne tanto meno emanato direttive al riguardo. Non appartiene alla cultura delle suddette organizzazioni “imporre” né le stesse avrebbero avuto titolarità per farlo, nonostante un ordinamento di riferimento che comporta uno specifico impegno per attuare misure di informazione e prevenzione.

L’interpretazione data dall’estensore dell’articolo in questione è, infatti, piuttosto fuorviante sia rispetto a quanto riferito oralmente dai responsabili della CNSAS ai giornalisti sia rispetto alla relazione sull’andamento dell’attività operativa 2012 illustrata in conferenza stampa in modo esaustivo e dettagliato.
L’argomento in questione era il significativo aumento della percentuale locale e nazionale di interventi effettuati per salvare “escursionisti imprudenti”, percentuale in costante aumento e sulla quale, prescindendo nel modo più assoluto dal colore delle casacche e dalle tipologie di zaino, si è ritenuto soffermarsi per comprensibili ragioni.

Ciò ha dato modo di ricordare la particolare attenzione che il CAI, il Soccorso Alpino e le Guide Alpine stanno dedicando, soprattutto nell’ultimo triennio, alle modalità di frequentazione dell’ambiente montano da parte di vari soggetti e di varie associazioni, tra le quali quelle Scout, proprio per coadiuvare la loro formazione/preparazione in modo adeguato alle esigenze della sicurezza a 360 gradi.

Il CAI, con Agesci, Cengei e Scout d’Europa, ha stipulato a livello nazionale un protocollo d’intesa per stimolare ulteriormente la collaborazione con i loro organismi dirigenziali e, recentemente, nell’ambito del progetto “MontagnAmica&Sicura”, sono stati condivisi alcuni pieghevoli formativi, in origine dell’Agesci, proprio sulle linee guida del progetto MA&S.

Il commento del CNSAS sulla inadeguatezza di alcune tradizioni scout con l’evoluzione tecnica e comportamentale di chi frequenta la montagna, è già dunque patrimonio delle stesse organizzazioni (leggere ad esempio la documentazione specifica disponibile sul sito www.montagnamicaesicura.it) ma, probabilmente sono indicazioni che non hanno ancora avuto una loro diffusione capillare come sarebbe necessario, viste le centinaia di migliaia di scout che frequentano le nostre montagne.

Ricordiamo, inoltre, che sono già in calendario alcuni incontri finalizzati a perfezionare ulteriormente quanto sino ad ora prodotto nello specifico settore della informazione e prevenzione, nell’auspicio che queste pratiche virtuose possano tra l’altro trovare, anche in altre parti d’Italia, efficace e puntuale applicazione.

Riteniamo, per concludere, che il sensazionalismo possa talvolta lasciar posto, anche a costo di perdere (solo) momentaneamente qualche lettore, ad un’attività di informazione importante perché di qualità, informazione che, solo attraverso l’opera intelligente e costante dei media, può essere con successo amplificata. In questo senso cortesemente richiediamo che il presente comunicato stampa e che i contenuti di www.montagnamicaesicura.it trovino il doveroso spazio sul tema”.

 

 

Links: corrieredelveneto.corriere.it www.montagnamicaesicura.it/

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Un commento

  1. Qualcuno potrebbe spiegarmi la differenza tra i due progetti che vedo pubblicati sul sito web del Cai:
    Sicuri in montagna e Montagna amica e sicura?
    Grazie.

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