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Pericolo valanghe su tutto l'arco alpino: già un distacco in Friuli

Pericolo Valanghe (Photo courtesy chbcnews.ca)
Pericolo Valanghe (Photo courtesy chbcnews.ca)

BERGAMO — Occhi aperti e bollettini alla mano. Questa la raccomandazione di tutte le autorità agli escursionisti e sciatori che, ingolositi dalla neve fresca scesa nei giorni scorsi, si accingono ad andare in alta quota: i pendii non sono ancora assestati e il rischio di valanghe è di grado 3, marcato, su tutte le Alpi, con un picco in Friuli dove si segnala pericolo di grado 4, forte. Attenzione: come ripete sempre il Soccorso alpino, grado 3 non significa “medio”, ma indica una situazione già molto compromessa dove “il distacco è probabile già con un debole sovraccarico su molti pendii ripidi, sono possibili medie e grandi, le possibilità per gite sciistiche sono fortemente limitate ed è richiesta una grande capacità di valutazione locale”.

Sulle Dolomiti friulane, dove il pericolo attualmente è più forte, si è già staccata una valanga che ha travolto quattro sciatori sloveni sul monte Lussari, vicino a Tarvisio. Il distacco è avvenuto in un fuoripista del comprensorio a seguito del loro passaggio ed aveva un fronte di 30 metri: secondo quanto riferito dall’Ansa, i quattro erano solo parzialmente sepolti e sono stati liberati senza problemi, ma sono stati denunciati.

Secondo il Corpo forestale, persiste pericolo ‘forte’ di valanghe su tutto il territorio montano del Friuli Venezia Giulia, con diffusa possibilità di valanghe spontanee e distacco provocato già con debole sovraccarico. Tra oggi e domani si prevedono fra l’altro nuove deboli precipitazioni (10-20 cm in particolare nel Tarvisiano) e, soprattutto, l’arrivo di “venti dai quadranti settentrionali che rimaneggeranno ulteriormente il manto nevoso”.

Il Corpo forestale della stazione di Barcis (Pordenone), segnala agli escursionisti scialpinisti che frequentano la Valcellina che nella zona è molto elevato il pericolo di distacco spontaneo di valanghe e consigliano pertanto la massima prudenza nella scelta del percorso. Assolutamente da evitare pendii aperti e ripidi.

“Sono assolutamente da evitare le attività escursionistiche al di fuori dalle piste battute e segnalate – raccomanda il bollettino Meteomont del Friuli – i nuovi apporti di neve hanno incrementato lo spessore del manto nevoso rendendolo instabile e il forte vento ha rimaneggiato gli strati superficiali, formando accumuli anche di grandi dimensioni. Sono pericolosi opendii oltre i 27- 30 gradi e di tutte le esposizioni, già entro il limite boschivo e nelle radure all’interno del bosco, sui cambi di pendenza, canaloni e conche”.

Sul resto dell’arco alpino, dove è caduto mediamente oltre mezzo metro di neve, il pericolo è marcato: la nuova neve, molto fredda e soffice si è depositata su strati superficiali a scarsa coesione. Con il graduale rialzo delle temperature, la neve recente sarà in fase di lento assestamento e consolidamento. Secondo l’Arpa, in molte zone d’alta quota la neve fresca poggia ccon scarsa aderenza sui preesistenti lastroni duri, mascherandoli in parte; il forte sovraccarico può ancora interessare tali strutture e provocare il distacco di valanghe a lastroni.

 

Per info sui bollettini neve e valanghe e sulla scala europea di pericolo: http://aineva.it/

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