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Terminillo: incendiato il celebre Acerone

Acerone Bruciato (Photo courtesy Cai Rieti)
Acerone Bruciato (Photo courtesy Cai Rieti)

ROMA — Uno degli alberi più belli e più amati del Lazio non c’è più. In un giorno sconosciuto tra Natale e Capodanno, ignoti vandali hanno dato alle fiamme l’Acerone del Terminillo, un gigantesco acero con tre secoli di vita alle spalle. Uno straordinario monumento vegetale, uno dei 78 del Lazio elencati nel censimento degli alberi secolari del Corpo Forestale dello Stato.

L’Acerone era anche una mèta molto cara agli escursionisti, che lo hanno raggiunto per decenni, con una passeggiata di mezz’ora, dalla conca dei Cinque Confini, per un sentiero-natura tracciato dalla sezione di Rieti del CAI e molto utilizzato anche dalle escursioni didattiche e dalle scuole. D’inverno ha toccato per anni l’Acerone una pista da fondo, che oggi non viene più battuta.

I fatti sono chiari, e non hanno una data precisa. L’Acerone è stato incendiato durante le vacanze natalizie. I primi escursionisti a vederlo dopo l’incendio lo hanno descritto come “bruciato, crollato, ucciso”. Indagini per la ricerca dei responsabili dell’atto vandalico sono in corso da parte del Corpo Forestale dello Stato (che nella vicinissima Cittaducale ha la sua Scuola Allievi) e della Procura della Repubblica di Rieti.

“L’Acerone era un simbolo del Terminillo, un monumento all’ambiente, alla montagna, alla stessa località. Un albero monumentale come pochi nelle vetuste faggete dei Monti Reatini. Eppure l’incoscienza, l’inciviltà e l’arroganza verso la natura non hanno avuto limite; e neppure l’ammirazione e gli sguardi estasiati delle centinaia di escursionisti sono valsi a scongiurare un’azione tanto sconsiderata, quanto prima inimmaginabile” recita un comunicato emesso dalle Sezioni di Rieti, Antrodoco e Leonessa del CAI. Alla denuncia si sono aggiunte la sezione italiana di Mountain Wilderness e Federtrek, che nel Lazio è presente con decine di gruppi trekking.

Da molti anni, il Terminillo è minacciato da progetti di nuovi impianti di risalita, che dovrebbero sorgere nei territori comunali di Micigliano e Leonessa. Il secondo Comune anni fa ha chiesto di passare dal Lazio all’Umbria. A dicembre, l’amministrazione regionale uscente guidata da Renata Polverini ha stanziato 20 milioni di euro per rilanciare la più nota località sciistica del Lazio. Un impegno che dovrà essere confermato dalla giunta che entrerà in carica dopo le elezioni di febbraio.

“Venti milioni, spalmati su tre anni, non consentono di realizzare nuovi impianti, semmai di rinnovare quelli obsoleti. I rapporti tra noi ambientalisti, gli impiantisti e le altre categorie legate allo sci sono tranquilli. Mi sento di escludere che l’incendio dell’Acerone sia legato ai progetti di impianti, o che sia un monito contro chi si oppone loro. E’ stata una bravata di teppisti” spiega Fabio Desideri, presidente della Sezione di Rieti del CAI.

“E’ stato incendiato ed è crollato sotto il peso del non rispetto e del dispregio. Sotto il peso della cultura del “tutto è consentito” nel disdegno delle leggi, della coscienza civile e della natura” prosegue il comunicato delle Sezioni di Rieti, Antrodoco e Leonessa del CAI. “I giornali locali hanno parlato di un fulmine, io penso a dei ragazzotti che il 31 non sapevano che fare, e hanno acceso nel buco dell’albero del Terminillo un fuoco, come se fosse un caminetto di casa. Non bastano le forze dell’ordine, anche la politica e la scuola devono vigilare contro questi scempi” aggiunge Ines Millesimi, insegnante e volto noto del CAI Rieti.

 

Gallery di foto dell’Acerone e del Terminillo (courtesy Cai Rieti e Stefano Ardito)

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