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Milano fa il punto sui ghiacciai italiani: al via il progetto di un nuovo catasto nazionale

MILANO — “In mezzo secolo abbiamo perso oltre la metà della superficie dei nostri ghiacciai, e oltre la metà del ghiaccio ha cambiato lo stato fisico”. Questi alcuni dei dati resi noti questa mattina da Claudio Smiraglia durante della conferenza “Acqua, ghiacciai e cambiamenti climatici” organizzata da Levissima e dall’Università degli Studi di Milano per discutere dell’evoluzione dei ghiacciai italiani negli ultimi 50 anni. I due enti – che sono impegnati dal 2007 in un progetto di ricerca scientifica per monitorare lo stato dei ghiacciai e tutelare il patrimonio “freddo” delle nostre monntagne – stamattina hanno lanciato il progetto di un nuovo catasto glaciologico nazionale in collaborazione con EvK2Cnr e il Comitato Glaciologico Italiano.

“Quest’anno abbiamo avuto temperature medie estive notevmente superiori negli ultimi anni – ha detto Smiraglia, professore ed esperto glaciologo dell’Università degli Studi di Milano – a 2800 metri nelle giornate più calde, il ghiacciaio Dosdè scende anche di un 1 centimetro. Siamo in una netta fase si ritiro delle superfici glaciali, sono dati inequivocabili. In mezzo secolo abbiamo perso oltre la metà della superficie dei nostri ghiacciai, in mezzo secolo oltre la metà del ghiaccio ha cambiato lo stato fisico. Il loro numero è aumentato, ma perché i ghiacciai vecchi si spaccano, frammentano, dividono”.

“Se le cose non cambiano – ammonisce Smiraglia – fra pochi decenni avremo una serie di ghiacciai collocati in alta quota e non ci saranno più le lingue vallive o saranno soffocate e coperte dai detriti. I ghiacciai quindi negli ultimi anni stanno cambiando colore: da bianchi diventano neri, perché coperti da detriti. Si tratta di un forte cambiamento anche dal punto di vista paesaggistico”.

Gli studi del progetto Levissima-Università di Milano sono stati effettuati sul ghiacciaio del gruppo Dosdè-Piazzi, in alta Valtellina, che ormai ha adottato la definizione di “laboratorio a cielo aperto”. Nell’occasione si sono tirate le somme delle ricerche condotte in questi ultimi cinque anni e, in collaborazione con il Comitato EvK2Cnr e con il patrocinio del Comitato Glaciologico, è stato presentato il nuovo progetto di ricerca: “Il Catasto dei ghiacciai italiani”.

Dopo l’intervento di Smiraglia, che ha raccontato il percorso intrapreso fino ad oggi da Università di Milano e Levissima, si sono avvicendati gli interventi di alcuni importanti relatori, come Alessandro Pavese, Direttore Dipartimento Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Milano, Agostino Da Polenza, Presidente del Comitato EvK2Cnr di Bergamo e Valter Maggi, del Comitato Glaciologico Italiano, che hanno contribuito a costruire un quadro chiaro della situazione glagiologica italiana attuale.

Claudio Smiraglia alla conferenza Università di Milano
Claudio Smiraglia alla conferenza Università di Milano

Le elevate temperature estive degli ultimi decenni hanno messo a dura prova il glacialismo delle intere Alpi; argomento di estrema attualità, di cui si è a lungo discusso senza avere dati aggiornati che fornissero una panoramica nazionale della trasformazione dei ghiacciai in atto negli ultimi cinquant’anni.

E’ infatti da decenni, in particolare dal 1989, che non viene realizzato un elenco completo ed omogeneo dei ghiacciai italiani, risorsa importante dal punto di vista idrologico, climatico e turistico, ed è da oltre mezzo secolo che non si fornisce un quadro chiaro delle variazioni avvenute al glacialismo italiano. “Se si pensa che proprio il glacialismo è ormai considerato l’indicatore più affidabile delle trasformazioni climatiche in atto, il significato di questo progetto appare subito ben chiaro”, dichiara il Professor Claudio Smiraglia dell’Università degli Studi di Milano, a capo del progetto di ricerca.

“Il ghiaccio è da sempre simbolo di purezza e fonte dell’acqua, risorsa fondamentale per la vita. Il Gruppo Sanpellegrino, di cui Levissima fa parte, in qualità di primo player nel mercato dell’acqua minerale in Italia, non può prescindere dalla custodia dell’acqua in tutte le sue forme.” – dichiara Daniela Murelli, Direttore Corporate Social Responsibility del Gruppo Sanpellegrino – “La scelta di contribuire alla creazione del nuovo catasto dei ghiacciai italiani nasce infatti dal desiderio di dare un contributo concreto alla Comunità Scientifica Internazionale: con il nuovo progetto desideriamo infatti rispondere ad esigenze culturali, scientifiche e pratiche ormai imprescindibili. E, allo stesso tempo, di sensibilizzare l’opinione pubblica nel prendere consapevolezza del prezioso patrimonio che l’Italia custodisce, riflettendo sul suo futuro”.

Il primo catasto nazionale predisposto dal Comitato Glaciologico Italiano, realizzato fra il 1959 e il 1962 con l’utilizzo di cartografia a varia scala, aveva censito 838 corpi glaciali, di cui 745 ghiacciai veri e propri e 93 glacionevati, cioè forme prossime all’estinzione, estesi complessivamente su una superficie totale di 525 km². Nel secondo catasto, realizzato nel 1989 sempre dal Comitato Glaciologico Italiano su incarico del Ministero dell’Ambiente, vennero censiti 807 corpi glaciali, 706 ghiacciai veri e propri e 101 glacionevati, con una superficie totale glacializzata di 482 km².

“La riduzione areale è dunque stata di 43 km² in poco meno di un trentennio, con un ritmo annuo di circa 1,5 km². Questi sono i dati che useremo come parametro per tracciare l’andamento degli ultimi decenni, ad oggi non monitorato”,  afferma Smiraglia.

Il nuovo catasto dei ghiacciai italiani sarà predisposto per rispondere ai requisiti internazionali del World Glacier Monitoring Service (WGMS), l’ente internazionale con sede a Zurigo che raccoglie e rende disponibili i dati dei ghiacciai di tutto il mondo. Permetterà, inoltre, il confronto con catasti pregressi e con quello redatto dal Comitato Glaciologico Italiano-CNR negli anni sessanta del secolo scorso, consentendo così di quantificare a livello globale italiano la contrazione del glacialismo.

Si prevede la rilevazione, per ogni ghiacciaio, di una serie di dati identificativi – codice CGI, codice WGI, nome, coordinate, gruppo montuoso, bacino idrografico – classificativi – ghiacciaio, glacionevato, ghiacciaio vallivo, ghiacciaio montano – e morfometrici – superficie, esposizione. “Si creerà in questo modo un data base che potrà essere ampliato e aggiornato in tempi successivi, che verrà reso disponibile per la Comunità Scientifica Nazionale e Internazionale, per gli operatori del settore e per i cittadini, rispondendo alle richieste più comuni che riguardano il numero di ghiacciai, la loro superficie e le loro variazioni recenti”, aggiunge il Professor Smiraglia.
I dati saranno ricavati analizzando diverse fonti recenti: foto aree, immagini satellitari, cartografia, letteratura preesistente, recuperati grazie anche al prezioso contributo di EvK2Cnr e delle Regioni e Province Alpine italiane.
La compilazione di un primo elaborato informativo-descrittivo sarà curata dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Milano, mentre i risultati verranno discussi, analizzati e validati dal Comitato Glaciologico Italiano.

“Il catasto dei ghiacciai è un esempio virtuoso di interazione fra competenze e risorse di enti  pubblici, come l’Università degli Studi di Milano, di istituzioni scientifiche e culturali, come il Comitato Glaciologico Italiano e il Comitato EvK2Cnr, e di privati, come Levissima, per il raggiungimento di un obiettivo comune”, dichiara Agostino Da Polenza, Presidente di EvK2Cnr.

 

Foto F. Steffanoni

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