Alpinismo

“La sicurezza è un’ossessione”. E in Italia nasce l’Osservatorio per la libertà in montagna

Corde fisse in discesa dal Rifugio Mantova (Photo courtesy climbandtrek.it)
Corde fisse in discesa dal Rifugio Mantova (Photo courtesy climbandtrek.it)

TRENTO — Si chiama “Osservatorio per le libertà e le attività in montagna” ed è nato per difendere l’alpinismo da chi minaccia di imbrigliarlo in regole, patentini e divieti. Una nuova uscita sull’eterna polemica fra rischio e sicurezza? Nossignori. Si tratta di un’appello alla responsabilità personale, alla libertà come presa di coscienza delle proprie scelte, che riguarda non solo i grandi alpinisti, ma tutti coloro che frequentano la montagna e, più in generale, tutti coloro che vivono nella nostra società. Dove, a volte, la sicurezza diventa un’ossessione e finisce per deresponsabilizzare le persone.

Il movimento, promosso in Italia da diversi personaggi tra cui Carlo Zanantoni del Caai e celebri alpinisti come Alessandro Gogna, è nato in Francia un paio di anni fa. In Italia l’Osservatorio è stato fondato nello scorso mese di maggio, trovando diversi riscontri nelle istituzioni legate alla montagna come Cai, Cnsas e Caai, e ora punta a diventare internazionale con una richiesta di riconoscimento all’Uiaa.

L’obiettivo di base è stato descritto da Zanantoni come quello di “garantire la libertà di rischiare e di accedere alle montagne, senza l’imposizione di costrizioni e restrizioni date da comunità esterne a quella alpinistica”. Ma dietro c’è molto di più. C’è un occhio critico che ha colto uno dei talloni d’Achille della società moderna: la ricerca “spasmodica” della sicurezza, che secondo i fondatori dell’Osservatorio è corretta in linea di principio, ma nella pratica si traduce nell’ossessione per sistemi e dispositivi che limitano la libertà personale e che rischiano, se ci si affida troppo a loro, di deresponsabilizzare le persone. Un po’ come l’uso di bombole di ossigeno sugli 8000 insomma: se ce l’hai, vai più veloce, ma se per caso finisce, sei spacciato. Perché non hai più tu il controllo della situazione.

L’osservatorio vuole promuovere la libertà di chi va in montagna e con essa anche la sicurezza, intesa però come presa di coscienza del rischio e delle proprie azioni. Vuole far capire che le due cose non sono contrapposte ma possono camminare “a braccetto”.

“Vogliamo far sentire la nostra voce, parlare ai convegni, richiamare l’attenzione della gente –ci ha detto Gogna in un’ampia intervista che pubblichiamo nei nostri approfondimenti -. Vogliamo intervenire nelle polemiche, darci da fare perché l’informazione sulla montagna sia corretta. In falesia e in montagna la sicurezza al 100% non ci sarà mai e questo va detto a voce forte. Solo se ne siamo consapevoli e impariamo a scegliere possiamo vivere la montagna serenamente. E’ una cosa importante, che tutti devono comprendere, perché qui c’è in ballo la vita delle persone”.

Il movimento – che presto dovrebbe ottenere il riconoscimento del Cai – ha già molti seguaci e un calendario di incontri. Tra i prossimi passi, ci sarà anche l’esame dei tentativi del governo e delle autorità locali di restringere la libertà in montagna, per poi cercare di contrastarli.

“Gli incidenti in montagna hanno sempre molta risonanza – ha detto Zanantoni all’Uiaa – attraggono l’attenzione del pubblico, ma bisogna accettare il principio che certi tipi di libertà non possono essere violati. Imporre delle regole in montagna è andare contro il principio fondatore dell’alpinismo, che per sua natura ricerca la libertà”.

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Un commento

  1. Il tema è fondamentale in tutte attività umane, ma bisogna riconoscere un principio di sviluppo, di maturazione, in cui la sicurezza non va contrapposta alle possibilità di esplorazione e turismo. L’alpinismo è giovanissimo rispetto alla storia della civiltà umana e bisogna esercitare la cautela che un passato pionieristico comporta. Non sono favorevole ai divieti, ma la consapevolezza, l’informazione, la preparazione e lo sviluppo di nuovi metodi e tecniche devono essere oggetto di costante impegno.

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