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Soccorso Alpino Piemonte, salvate oltre 1300 persone nel 2011

Uno dei mezzi di soccorso del Sasp (Photo courtesy of www.soccorsoalpino.biella.it)
Uno dei mezzi di soccorso del Sasp (Photo courtesy of www.soccorsoalpino.biella.it)

TORINO — Sono 1350 le persone salvate nel 2011 sui monti piemontesi. Il dato positivo è stato reso noto dal Soccorso Alpino Speleologico Piemontese (Sasp), che oltre a tirare le somme rispetto al recento passato, ha guardato al futuro rendendo noto l’intento della Regione ad incrementare la promozione e la diffusione della cultura della responsabilità tra i frequentatori della montagna.

Il bilancio delle attività 2011 del Sasp è stato presentato ieri a Torino. I 1290 interventi effettuati si suddividono più o meno equamente tra soccorsi via terra, 46 percento, e soccorsi con l’ausilio dell’elicottero, 54 percento. Tra le cause degli interventi rimane sempre al primo posto l’infortunio o la caduta che ha riguardato il 36,2 percento delle persone soccorse. Subito dopo il malore e la perdita di orientamento o la mancanza di preparazione.

Per questo l’assessore alla montagna Roberto Ravello sostiene l’importanza di promuovere sul territorio attività mirate a far crescere tra i frequentatori delle alte quote un comportamento più responsabile e sicuro. “Abbiamo già avviato, come previsto nella Finanziaria regionale, il confronto tra strutture ed operatori – ha dichiarato l’assessore Ravallo -, al fine di individuare i criteri necessari per l’introduzione di un modello di compartecipazione alle spese per interventi di elisoccorso, finalizzato a scoraggiare usi inappropriati o abusi”.

“I dati degli interventi del 2011 confermano che il Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese garantisce un servizio di pubblica utilità e di specifica professionalità operando su tutto il territorio alpino della nostra regione – ha aggiunto Aldo Galliano Presidente del S.A.S.P. -, in favore di un bacino sempre più ampio di fruitori, non più esclusivamente correlati alle sole attività alpinistiche, ma in misura crescente anche con le emergenti attività sportive praticate in area impervia.”

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