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Alaska, il ghiacciaio restituisce i resti di un velivolo scomparso nel 1952

I resti del C124 sul ghiacciaio (Photo courtesy tucsoncitizen.com)
I resti del C124 sul ghiacciaio (Photo courtesy tucsoncitizen.com)

ANCHORAGE, Alaska — Era scomparso nei cieli dell’Alaska sessant’anni fa, schiantandosi contro la cima di una montagna nel mezzo di una tempesta. Dei suoi 52 passeggeri, non si era più saputo nulla. Ma oggi, finalmente, il mistero è stato risolto: il ghiacciaio del Colony Glacier ha restituito proprio in queste settimane i resti del Globemaster delle forze aree americane scomparso il 22 novembre del 1952 con i suoi passeggeri.

A scoprire i resti del velivolo, un C-124 Globemaster, è stato l’equipaggio di un elicottero Black Hawk dell’Army National Guard, che sorvolava le montagne ad est di Anchorage. I resti sono spuntati dalle Chugach Mountains, precisamente sul Colony Glacier, vicino all’Inner Lake George: a circa 12 miglia da quello che era stato identificato come il presunto luogo dello schianto.

Il Globemaster, soprannominato “Old Shaky” (vecchio tremolante), al tempo era il più grande aereo cargo dell’arsenale americano, l’unico a poter trasportare fino a 200 soldati e perfino dei bulldozer. Era partito dalla McChord Air Force Base di Washington diretto alla Elmendorf Air Force Base dell’Alaska, e aveva a bordo 52 soldati dell’esercito con alcuni rappresentanti della marina.

Oltre il Golfo dell’Alaska, il velivolo lanciò un messaggio di allarme, captato da un aereo passeggeri della Northwest Orient Airlines. La comunicazione disturbata ha permesso al pilota civile di capire soltanto che il velivolo doveva atterrare d’emergenza, ovunque si trovasse. Poi, dell’aereo non si è più saputo nulla.

Al momento dell’incidente, sui cieli dell’Alaska insisteva un forte maltempo, durato fino al 25 novembre: solo allora, tre giorni dopo la scomparsa dell’aereo, l’esercito ha potuto far uscire una serie di velivoli per pattugliare il territorio alla ricerca del Globemaster scomparso. Nessuno ha trovato nulla fino al 28 novembre, quando i due ufficiali Thomas Sullivan e Terris Moore individuarono un aereo schiantato poco sotto la cima del Mount Gannett, 3048 metri.

I due ufficiali scesero e raccontarono di aver visto la scena più agghiacciante della loro vita. L’aereo si era infilato nella montagna a piena velocità, provocando un’enorme valanga. Solo la coda era riconoscibile: il resto dell’aereo e dell’equipaggio era schizzato sul ghiacciaio in mille pezzi. L’esercito tentò di recuperare i resti, ma il maltempo e il gelo, in quella zona remota, resero impossibili le operazioni: i soccorritori rischiarono di morire intrappolati nei campi base travolti da violente bufere di neve.

Oggi, però, i resti di quella tragedia sembrano essere riemersi in un luogo e una stagione più accessibili. L’esercito americano, dopo l’avvistamento sul Colony Glacier, ha effettuato un sopralluogo e trovato frammenti dell’aereo e alcuni presunti resti umani. Secondo quanto riferito dal capitano Jamie Dobson in una conferenza stampa, i resti sarebbero stati identificati come quelli del Douglas C-124A Globemaster.

Nelle prossime settimane le famiglie dei soldati morti nell’incidente aereo saranno contattate, e si tenterà di restituire loro i resti dei loro cari attraverso l’identificazione di quelli ritrovati su ghiacciaio con l’esame del Dna. L’operazione potrebbe durare anche alcuni anni.

 

C124A Globemaster  (Photo timeslive.co.za)
C124A Globemaster (Photo timeslive.co.za)

C124A Globemaster 1 (Photo AP)
C124A Globemaster 1 (Photo AP)

 

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