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European Respiratory Day: per la prima volta in Nepal la giornata mondiale della spirometria

Annalisa Cogo (Photo courtesy R. Serafin-Lomar)
Annalisa Cogo (Photo courtesy R. Serafin-Lomar)

BERGAMO — La celebrazione della European Respiratory Day, giornata europea per la salute del respiro del 28 giugno, richiama le necessità di svolgere un’intensa attività di studio e prevenzione delle malattie respiratorie e segue di un mese il World Spirometry day, la giornata mondiale della spirometria, che ha l’obiettivo di implementare l’attenzione verso le patologie respiratorie croniche ostruttive e la possibilità di una diagnosi precoce attraverso i test di funzionalità respiratoria. Due momenti strettamente correlati, il secondo dei quali ha avuto quest’anno per la prima volta un’importante appendice in Nepal nell’ambito del progetto Share sviluppato e coordinato dal Comitato EvK2Cnr.

A farsene interprete è stata la prof.ssa Annalisa Cogo, professore associato in Malattie dell’Apparato Respiratorio e Direttore del Centro Studi Biomedici Applicati allo Sport dell’Università di Ferrara, che sta conducendo il progetto relativo alla salute respiratoria degli abitanti della Valle del Khumbu, che ha messo in evidenza, a fronte della bassa tendenza al fumo da tabacco, la marcata esposizione di una percentuale considerevole di popolazione all’inquinamento indoor a causa dell’uso persistente di stufe e dell’abitudine delle famiglie di bruciare a fuoco vivo legna, sterco essiccato di animali e residui di coltivazioni.

Nel quadro di quest’attività, che da aprile 2011 ha permesso a gruppi di medici nepalesi di completare tre missioni su campioni di popolazioni a cui seguirà una quarta nel prossimo mese di agosto, la Giornata Mondiale della Spirometria in Nepal ha rappresentato un’interessante opportunità di training per i medici locali, basata sullo svolgimento di seminari formativi in due ospedali di Katmandu e sessioni pratiche di esame sui potenziali pazienti.

“A seguito di questa positiva esperienza – spiega la prof.ssa Cogo – abbiamo ospitato due medici nepalesi all’Università di Ferrara per proseguire il training sulla spirometria. Nel frattempo stiamo portando avanti il lavoro di ricerca, in collaborazione con la sezione di fisiologia dell’Università di Milano Bicocca e l’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa, che si sta concentrando sullo studio cardiovascolare dei soggetti rappresentativi della popolazione della Valle del Khumbu. Una volta completato l’ultimo screening previsto il prossimo agosto, prevediamo di pubblicare nei prossimi mesi i risultati che si prospettano decisamente interessanti e indicativi”.

L’addestramento di medici e tecnici abilitati all’esecuzione di spirometrie corrette è un obiettivo primario per la diagnosi precoce e la prevenzione delle patologie respiratorie croniche ostruttive. Infatti la spirometria è il test di funzionalità respiratoria più diffuso e più eseguito ma è necessario che venga effettuato da personale addestrato per evitare di incorrere in errori diagnostici. L’organizzazione di sedute di training da parte di personale esperto è uno degli obiettivi del World Spirometry Day.

“In Nepal abitualmente la diagnosi di BPCO si basa solo sull’esame clinico e non è disponibile alcuna apparecchiatura per misurare la funzionalità respiratoria – osserva la prof.ssa Cogo – Dopo i test di funzionalità respiratoria su alcuni gruppi di popolazione locale, eseguiti da noi in primis già da qualche anno, abbiamo lavorato sulla formazione dei medici autoctoni consentendo loro di apprendere le tecniche corrette di esecuzione e di interpretazione della spirometria. Nel corso degli otto giorni di programma Giornata Mondiale della Spirometria in Nepal abbiamo tenuto seminari sulle patologie respiratorie croniche, la diagnosi precoce e le strategie preventive, dedicando gli ultimi due giorni all’effettuazione di esami spirometrici”.

“Questo tipo di studi mette in evidenza la stretta relazione fra clinica e ricerca, focalizzando l’attenzione non solo sugli aspetti che aiutano a comprendere i meccanismi fisiopatologici ma anche sulle modificazioni cellulari e subcellulari collegate alle patologie cardiovascolari e tumorali – osserva la prof.ssa Maria Cristina Messa, vicepresidente del CNR e ordinaria presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Milano-Bicocca – questo tipo di ricerca assume particolare rilevanza perché può essere applicabile allo studio di patologie umane”.

I risultati attesi dagli studi sulle malattie respiratorie e gli indicatori che potranno seguirne per adottare le contromisure atte a diminuire l’impatto di comportamenti e abitudini domestici nella Valle del Khumbu, confermano la validità e la capacità di penetrazione del Progetto SHARE sull’ambiente d’alta quota, non più interpretato solo come dato fisico oggettivo ma analizzato nelle sue varie sfaccettature e in grado di fornire dati di riferimento utili al varo di programmi di sviluppo e, nel caso specifico, suggerire correttivi idonei nel campo della salute.

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