AlpinismoAlta quota

Cory Richards chiede di tornare all’Everest: “no” dal campo base

Cory Richards soccorso sull'Everest (Photo Mark Jenkins courtesy of ngm.nationalgeographic.com) - Mark Jenkins, Andy Bardon, e 8 Sherpa trasportano Richards dalla Western Cwm al Campo 1.
Cory Richards soccorso sull'Everest (Photo Mark Jenkins courtesy of ngm.nationalgeographic.com) - Mark Jenkins, Andy Bardon, e 8 Sherpa trasportano Richards dalla Western Cwm al Campo 1.

KATHMANDU, Nepal — Gli esami clinici sono andati bene. Hanno dimostrato che l’alpinista americano Cory Richards, evacuato dall’Everest nei giorni scorsi per un malore, è in salute, e che la sua defaillance non dipendeva dalla quota. Richards voleva così ritornare al campo base, per proseguire la spedizione, ma i suoi compagni hanno detto no: troppo rischioso.

“Mi sento frustrato – ha dichiarato Richards alla Reuters -. La squadra ha preso la decisione per me, nonostante tutti gli esami clinici dimostrino che non ho nessun problema collegato all’altitudine. Non c’è traccia di embolia polmonare”.

L’alpinista si era sentito male giovedì, a circa 7000 metri, accusando problemi respiratori. Era stato evacuato in elicottero e ricoverato per accertamenti a Kathmandu. “Non hanno capito le cause del malore – ha dichiarato Richards – ma hanno escluso la quota come causa. Mi hanno incoraggiato a riprendere la salita, ma al campo base non vogliono. Sono molto deluso per la loro decisione, ma capisco le loro preoccupazioni riguardo la mia salute. Mi ritiro con il cuore gonfio. E’ difficile accettarlo”.

Richards, 30 anni, è alpinista e fotografo del National Geographic. Faceva parte della spedizione commemorativa che vuole salire l’Everest per il 50esimo anniversario dalla prima salita americana della montagna, realizzata nel 1963 dalla storica American Mount Everest Expedition guidata da Norman Dyhrenfurth. In quell’occasione gli alpinisti si divisero sulle vie di salita: “Big Jim” Whittaker arrivò in vetta il 1 maggio dalla normale con Nawang Gombu Sherpa, mentre il 22 maggio toccarono la cima anche Tom Hornbein e Willi Unsoeld dopo un’incredibile salita lungo una via nuova, la West ridge.

Richards e Conrad Anker avrebbero dovuto salire la difficile West Ridge, ripetendo l’impresa di Hornbein e Unsoeld.

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