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Alpi, inatteso aumento della biodiversità. Ma preoccupa l’Appennino

Biodiversita alpina (Photo courtesy summitcountyvoice.com)
Biodiversita alpina (Photo courtesy summitcountyvoice.com)

VIENNA, Austria — Cresce il numero di specie vegetali sulle Alpi. L’inatteso aumento della biodiversità alpina è stato riscontrato da uno studio austriaco realizzato nell’ambito del Progetto GLORIA (Global Observation Research Initiative in Alpine Environments) e pubblicato sulla prestigiosa rivista Science nei giorni scorsi. Grave, invece, la situazione sulle montagne mediterranee dove la biodiversità risulta in declino.

Lo studio è stato condotto dall’Accademia Austriaca di Scienze e dall’Università di Vienna, ma ha coinvolto ricercatori di diversi paesi europei tra cui l’italiano Marcello Tomaselli, Direttore del Dipartimento di Biologia evolutiva e funzionale dell’Università di Parma.

I ricercatori hanno campionato la vegetazione di decine di cime europee, dalla Scandinavia al Mediterraneo, prima nel 2001 e poi nel 2008. Ovunque hanno riscontrato una “migrazione” delle specie verso altitudini più elevate: un effetto prodotto dal riscaldamento climatico, che sta pesantemente modificando la biodiversità alpina.

Diversa, invece, la reazione delle specie esistenti ai mutamenti climatici. Sulle montagne settentrionali e centrali, tra cui figurano le Alpi, le specie endemiche sembrano resistere, almeno per il momento, al cambiamento climatico.  L’apporto di specie tipiche di quote inferiori produce quindi un complessivo “arricchimento” della biodiversità. Per dirla coi numeri della ricerca: su un totale di 66 vette alpine, la biodiversità risulta cresciuta su 45 cime, stabile su 11 e diminuita su 10.

Saldo negativo, invece, per le montagne del bacino mediterraneo, tra cui figura l’Appennino centrale: la biodiversità è diminuita in 8 vette su 14 e stabile su quasi tutte le altre. Qui stanno scomparendo molte specie endemiche, e la biodiversità è solo parzialmente compensata dall’arrivo di altre specie da quote inferiori. I maggiori danni sono stati subiti delle specie delle “isole fredde” vicino alle vette, che non riescono a sopportare il caldo e la maggiore siccità estiva.

I risultati dello studio preoccupano il mondo scientifico, che vede l’aumento della biodiversità alpina come un fatto provvisorio mentre teme che la perdita delle specie endemiche mediterranee possa essere irreversibile.

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