AlpinismoAlta quota

Shisha Pangma, alpinisti diabetici tentano le vetta

Shisha Pangma (Photo www.diabete.net)
Shisha Pangma (Photo www.diabete.net)

LHASA, Tibet — Quattro alpinisti italiani affetti da diabete di tipo 1 allo Shisha Pangma. Sono i membri della spedizione “Ottomilaventisette – Tibet Adiq tour 2012” Marco Peruffo, Manuel Dal Molin, Enzo Cerato e Alberto Zanolini: i primi due tenteranno di arrivare senza ossigeno in vetta agli 8027 metri della montagna, gli altri invece hanno compiuto solo il trekking di avvicinamento al campo base.

Il viaggio è organizzato da Adiq – Alpinisti Diabetici in Quota, un gruppo di appassionati di trekking e alpinismo che ha imparato a salire in cima alle vette tenendo sotto controllo il diabete, che può influire molto sulla performance sportiva. Il team è partito da Milano l’8 aprile scorso con una doppia tabella di marcia: una relativa al gruppo trekking e una al gruppo alpinistico. Il primo, composto da Enzo Cerato e Alberto Zanolini è attualmente già in fase di rientro a Kathmandu; il secondo, di cui fanno parte invece i due alpinisti diabetici Manuel Dal Molin e Marco Peruffo, e Camillo Cariboni e Giampaolo Casarotto, sta entrando ora nel vivo della salita.

Il tentativo di vetta, salendo lungo il versante nord dello Shisha Pangma, dovrebbe svolgersi tra questa e la prossima settimana. Secondo quanto scritto dal blog della spedizione “Ottomilaventisette”, all’interno del portale Diabete.net dedicato a tutti coloro che soffrono di questa patologia, ieri il gruppo ha celebrato la Puja e ora è pronto a proseguire verso i campi alti.

“Ogni due ore in attività dovremo misurare la glicemia e capire e dosare bene il correttivo di insulina se ce n’è bisogno – ha spiegato Marco Peruffo, presidente di Adiq alla sua quarta esperienza sull’Himalaya, arrivato in vetta a un ottomila, il Cho Oyu, nel 2002 -.  Nei sei viaggi precedenti che ho fatto ad alta quota mediamente ho aumentato il mio fabbisogno insulinico tra il 20 e il 25 per cento rispetto quello normale a livello del mare. Quello dell’alta quota  è un mondo molto complesso ma se uno ha un po’ di esperienza non lo vede con preoccupazione.”

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