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Serate sulle “Grandi Montagne” ai piedi del Monviso

Saluzzo e il Monviso (Photo courtesy of www.torinopiupiemonte.com)
Saluzzo e il Monviso (Photo courtesy of www.torinopiupiemonte.com)

SALUZZO, Cuneo — Alcune delle più importanti vette delle Alpi sono protagoniste di “Grandi Montagne”, ciclo di serate che inizierà questa sera nella cittadina di Saluzzo, ai piedi del Monviso. Monte Bianco, Monte Rosa, Cervino e Dolomiti saranno raccontate attraverso fotografie, filmati, racconti e testimonianze di alpinisti come i Barmasse, scrittori come Camanni ed esperti in vari settori che riguardano l’ambiente alpino.

Nell’ambito di “Montagne di sera” il Cai di Saluzzo, in provincia di Cuneo, presenta il ciclo di serate “Grandi Montagne” che si terrà presso l’Antico Palazzo Comunale della cittadina. Gli appuntamenti approfondiranno alcuni aspetti delle vette alpine trattate grazie all’ausilio di fotografie, filmati e racconti, ma soprattutto con la presenza di due figure di rilevo in diversi campi.

Il primo appuntamento si svolgerà questa sera alle ore 21 e tratterà del Monte Bianco con Stefano Macchetta, dottore forestale esperto in botanica, che parlerà della vegetazione alle alte quote e del Giardino botanico alpino Saussurea che sorge sul Mont Frèty. Secondo ospite della serata sarà Enrico Camanni, storico dell’alpinismo nonchè fondatore e direttore di Alp che con “L’Università dell’Alpinismo” racconterà la storia dell’alpinismo sulla montagna più alta d’Europa.

Il 18 maggio sarà la volta del Monte Rosa con Danilo Godone, glaciologo dell’Università di Torino, e Teresio Valsesia che tratteranno rispettivamente del ghiacciaio Belvedere e dei Walser, la popolazione caratteristica di quelle zone.

La settimana successiva, il 25 maggio, toccherà al Cervino: protagonista la cordata padre-figlio più celebre d’Italia, composta da Marco e Hervè Barmasse che racconteranno le proprie esperienze alpinistiche sulla Gran Becca. L’ultima serata, l’8 giugno, saranno protagoniste le Dolomiti, in particolare la loro formazione e la loro “scoperta” nel ‘700 grazie agli interventi della geologa Vajolet Masè e del fondatore e direttore di Meridiani Montagne.

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