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Da solo sotto terra per un mese, l’impresa sotto il Monte Pellegrino

Igor D'India (Photo everydayndia.wordpress.com)
Igor D'India (Photo everydayndia.wordpress.com)

PALERMO — Un mese in una grotta a 25 metri di profondità sotto il Monte Pellegrino, il promontorio calcareo situato tra il Golfo di Palermo e il Golfo di Mondello. E’ l’impresa che sta tentando di compiere dal 25 marzo scorso il filmaker Igor D’India, interessato a realizzare un documentario che racconti come un diario le sue “memorie del sottosuolo”. L’intento dello speleonauta infatti, è quello di conoscere le reazioni umane in assenza di azione, luce naturale e rumore e in condizione di totale isolamento prolungato per 30 giorni.

Igor D’India, freelance videomaker con esperienza di reportage di guerra e di spedizioni in luoghi estremi del mondo, vive da 3 settimane a una temperatura di circa 18 gradi con il 100% di umidità. E’ collegato costantemente con il Soccorso alpino e speleologico della Sicilia, i cui volontari garantiscono oltre ai contatti radio, anche il trasferimento da e per la grotta con un sistema di corde e carrucole. Dello staff fanno parte anche un dietologo-nutrizionista, uno psicologo, un personal trainer, tre addetti alla documentazione e un addetto alla gestione del blog. Tante persone seguono quindi da vicino l’impresa del palermitano, e d’altra parte la presenza nel sottosuolo non è scevra di rischi: solo pochi giorni fa per esempio, in Sardegna uno speleologo cagliaritano è stato recuperato dai soccorritori per essersi sentito male nella grotta “Toni” di Domusnovas dopo ore di esplorazione.

Nella grotta in cui si trova D’India – tenuta volutamente segreta per evitare interferenze di curiosi -, oltre ad un apparato radio per il monitoraggio ambientale sono stati installati un sensore di temperatura e una sofisticata strumentazione che registra, attraverso uno spettrometro di massa, la quantità di anidride carbonica presente nell’aria. Le apparecchiature, fornite dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Palermo, sono state installate non solo per garantire la sicurezza dello speleonauta ma anche per monitorare i cambiamenti ambientali indotti dalla sua presenza e verificare i tempi di ripristino delle condizioni in quell’ecosistema.

“Mi sono sempre chiesto come vivrebbe l’uomo se non avesse più sistemi di orientamento temporale – scrive D’India sul suo blog -, orologio e luce solare, in solitudine e in un ambiente poco confortevole. Da questo pensiero è partita una ricerca di informazioni sulle comunità che vivono sottoterra e sui casi di persone (speleologi, geologi o semplici vittime di incidenti) che sono rimaste isolate in situazioni simili per giorni o addirittura anni. Subito dopo è nata un’idea sulla quale ho elaborato un progetto su misura per le mie possibilità…almeno mi auguro. Se abitassi in una grotta da solo, senza orologi e telefonino, potrei sperimentare (seguito a distanza da medici e speleologi esperti) le reazioni del mio corpo , non abituato a entrare in grotta, e potrei documentarle giornalmente realizzando un documentario. L’epoca degli speleonauti sarà anche terminata, tutti gli studi del caso già effettuati, ma a fini documentaristici può essere una frontiera interessante e ricca di spunti narrativi”.

Igor D'India nella grotta (Photo everydayndia.wordpress.com)
Igor D'India nella grotta (Photo everydayndia.wordpress.com)Igor D'India nella grotta (Photo everydayndia.wordpress.com)

Citando il titolo del celebre romanzo di Fëdor Dostoevskij, D’India vuole raccogliere in sostanza un diario di “racconti dal sottosuolo”, che da infatti il nome alla sua impresa. Come scrive sul suo blog, si propone di “conoscere meglio l’uomo attraverso il contatto diretto con le sue paure e le sue reazioni a situazioni di vita anomale in ambiente ostile. Mettere uno che di grotte non sa nulla in una situazione del genere può essere interessante. L’assenza di azione ( e che devo fare in 6 metri quadrati?)  luce naturale, il silenzio e lo sfasamento del ritmo circadiano, dovrebbero intensificare pensieri, sogni, ansie  e paure. Solitamente nelle esperienze che vivo da solo c’è molto da fare e tutto si basa su un continuo orientamento spazio-temporale. Ora vorrei annullare tutto ciò e passare a un misurarsi nudo e crudo…vediamo quanto tempo e con che risultati ne uscirò”.

Negli scorsi giorni ha vissuto anche l’incredibile e spaventosa esperienza di avvertire nel sottosuolo la scossa di terremoto registrato a circa 10 chilometri da Palermo. Secondo quanto riferito sul suo sito, fortunatamente lo speleonauta non avrebbe subito danni.

 

Di seguito uno dei video realizzati nel sottosuolo.

Cena in grotta from Igor D'India on Vimeo.

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4 Commenti

  1. Sono almeno 30 anni che vengono effettuate permanenze del genere nelle grotte, ricordo Maurizio Montalbini che passò più di un’anno in grotta in totale isolamento. Questa è un interessante esperienza scentifica, ma chiamarla “impresa” mi sembra un po’ eccessivo.

  2. “Misurarsi nudo e crudo”? Mi sembra una bella esagerazione considerato il modo in cui questo signore è controllato e seguito.

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