News

Valanga sul Siachen: nessun superstite, si muovono aiuti internazionali

Kayani visiting avalanche location (Photo courtesy thenews.com
Kayani visiting avalanche location (Photo courtesy thenews.com

ISLAMABAD, Pakistan — Sono 135 i morti causati dalla valanga che sabato ha travolto un campo militare pakistano sul ghiacciaio del Siachen, al confine con l’India. 124 soldati e 11 civili che lavoravano nel campo sono stati sepolti da oltre venti metri di neve: nessuno è sopravvissuto. Aiuti internazionali si stanno muovendo per il recupero dei corpi: in Italia si è allertato il Comitato EvK2Cnr, contattato direttamente dal Brigadier Akram Khan con la richiesta di supporto nell’operazione di soccorso alpino.

La gigantesca massa di neve, larga più di un chilometro, ha travolto prima dell’alba le tende del campo di Gayari, circa 4500 metri di quota, travolgendo un intero battaglione. Secondo fonti pakistane sul posto sono giunti, nell’immediato, circa 240 soccorritori, tra militari e civili, gli elicotteri dell’esercito e delle squadre cinofile. Ma nessun corpo sarebbe ancora stato ritrovato: una forte nevicata sul ghiacciaio avrebbe addirittura bloccato i soccorsi nelle ultime ore.

Anche il capo dell’esercito pakistano, il generale Ashfaq Parvez Kayani, si è recato sul luogo della tragedia quest’oggi. Secondo i media pakistani, Kayani avrebbe detto che una valanga di queste dimensioni non ha precedenti negli ultimi 20 anni a Gayari, e che l’esercito ha messo in campo tutte le risorse disponibili per i soccorsi.

Nel frattempo diversi Paesi si stanno muovendo per aiutare il Pakistan ad affrontare questa calamità. Gli Stati uniti avrebbero già inviato una squadra di 8 specialisti in disastri naturali e anche la Svizzera sta inviando personale. In Italia, invece, il Comitato EvK2Cnr è stato contattato direttamente da un esponente dell’esercito pakistano, Brigadier Akram Khan. Il Comitato si è mosso con il Soccorso Alpino e ha dato la disponibilità a fare tutto il possibile per aiutare l’esercito pakistano, ma la burocrazia e le festività avrebbero impedito per il momento di dare una risposta immediata.

“Akram aveva coordinato i soccorsi al Nanga Parbat nel 2008 – racconta Maurizio Gallo, responsabile dei progetti Evk2Cnr in Pakistan -. Ci ha scritto in questi giorni per chiedere un aiuto dall’Italia nelle operazioni di ricerca in valanga, visto che Usa e Svizzera si stavano già muovendo. Purtroppo le autorità italiane gli avevano risposto che probabilmente fino a martedì non sarebbe stato possibile prendere decisioni a causa delle festività pasquali. Noi abbiamo ho sentito il capo del soccorso Adriano Favre, che ha messo a disposizione alcuni soccorritori cinofili pronti a partire immediatamente; la loro missione è in attesa di un ok da Roma. Da parte nostra c’è la disponibilità a fare tutto il possibile per aiutare gli amici militari pakistani che sempre ci hanno aiutato in occasione di difficoltà e soccorsi sulle montagne del Karakorum”.

Tags

Articoli correlati

2 Commenti

  1. Non consistente interpretazione della Pasqua: rimandare soccorsi ed aiuti di fronte ad una tale sciagura. AT

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close