Itinerari

Appennino, un viaggio nel tempo sul Contrafforte pliocenico

BOLOGNA — Il nome dà subito l’idea di qualcosa legato alla preistoria. E in effetti il Contrafforte Pliocenico, insieme di rupi rocciose in pietra arenaria che si snodano, come un bastione naturale, tra le valli dei fiumi Setta, Reno, Savena, Zena e Idice, in Provincia di Bologna, ha avuto origine tra i cinque e i due milioni di anni fa.

Si snoda nei territori dei comuni di Monzuno, Pianoro e Sasso Marconi ed è nato dalla sedimentazione di sabbie e ghiaie trasportate dai torrenti appenninici all’interno di un ampio golfo marino che, nel Pliocene, occupava l’attuale Appennino Bolognese. La costa era circa 15 chilometri a monte rispetto alla via Emilia. Le sabbie dorate divenute rocce conservano importanti testimonianze fossili, ma non solo. Il lavoro dell’erosione ha creato torrioni, rupi, gole e grotte che ospitano una flora e una fauna variegate.

Una volta la zona era interessante anche dal punto di vista storico-architettonico, ma purtroppo nel corso dei secoli, e soprattutto a causa dei bombardamenti dell’ultima guerra, i castelli, i borghi e le chiese di epoca medievale scavati nella roccia sono andati quasi del tutto perduti. Restano alcune case di Livergnano, che certo meritano una visita.

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