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Alpinismo e solidarietà, il Cai di Olgiate per l’emergenza alluvioni in Pakistan

Alluvione in Pakistan dell'estate 2010
Alluvione in Pakistan dell'estate 2010

OLGIATE OLONA, Varese — Il 25 novembre scorso ad Olgiate Olona le sezione locale del Cai ha organizzato una serata di grande alpinismo dedicata alla solidarietà, in particolare al Pakistan e all’emergenza alluvioni che questo Paese fronteggia da ormai diverso tempo. Ospite d’onore della serata è stato Simone Moro che ha raccontato al pubblico numeroso la sua esperienza alpinistica e umanitaria. Durante l’incontro si è svolta la raccolta fondi a sostegno dell’iniziativa “Smiling is life. Give them a roof to keep on smiling” organizzata dall’Aga Kahn Rural Support Program e appoggiata dal Comitato EvK2Cnr: la raccolta è stata un successo, a conferma di come il binomio alpinismo e solidarietà possa funzionare bene. Abbiamo chiesto agli organizzatori dell’evento – Matteo Crespi, Carlo Caimi e Franco Codoro, presidente del Cai Olgiate Olona – di raccontarci com’è andata.

Come nasce l’idea di questa serata?
Tutto è nato da due meravigliosi viaggi che io e Carlo con Anna e Luisa (nostre mogli) abbiamo fatto in Pakistan. Il Pakistan è purtroppo noto in Occidente solo per fatti e soggetti negativi: talebani, terrorismo, attentati, bomba atomica, Bin Laden e chi più ne ha più ne metta. Quando abbiamo pensato di andare in Pakistan la prima volta molti amici hanno pensato fossimo impazziti. In realtà noi abbiamo potuto conoscere un paese intrigante, caleidoscopico, ricco di bellezze naturali e abbiamo potuto incontrare gente stupenda, simpatica e cordiale…in quei luoghi abbiamo lasciato “un pezzettino di cuore”. Quando nell’estate del 2010 ondate alluvionali hanno devastato il paese provocando migliaia di vittime e milioni di sfollati in aree che erano già state martoriate dal terremoto del 2005 e che ancora faticavano a riprendersi, ci sentivamo avviliti e impotenti. Erano andati nuovamente distrutti raccolti, case, strade, ponti etc. L’intera economia del paese era stata nuovamente messa in ginocchio. Eravamo in contatto con alcuni nostri amici e sentendo i loro racconti abbiamo deciso che era giunto il momento, nel nostro piccolo, di fare qualcosa per un paese quasi dimenticato in Occidente. Continuavamo infatti a chiederci: perché il mondo occidentale non reagisce a quello che sta succedendo in Pakistan come in, purtroppo, tante altre tragiche occasioni? Ci sono state due catastrofi naturali vicinissime: il terremoto ad Haiti e le alluvioni in Pakistan. Risultato: oltre 575 milioni di euro di aiuti internazionali per Haiti solo 40 milioni di euro per il Pakistan: meno di un euro per persona colpita. Non vogliamo fare un inutile raffronto tra tragedie, non ci pensiamo nemmeno, ma non riuscivamo ad accettare questa (passateci il termine) indifferenza nei confronti del Pakistan. Volevamo fare qualcosa ma non semplicemente donare dei soldi, volevamo parlare in Italia di Pakistan, far conoscere quel paese e la sua gente, perché questo è a nostro avviso il problema principale: disinformazione, confusione, mancanza di conoscenza.

Quindi come vi siete mossi?
Avevamo bisogno di tre cose: un patrocinio serio e affidabile, un testimonial d’eccezione e un organizzazione seria che potesse poi gestire responsabilmente il ricavato. Abbiamo trovato tutto. Abbiamo anzitutto parlato con Franco presidente del nostro CAI che ha subito accettato di patrocinare l’iniziativa come Club Alpino di Olgiate Olona. Poi gli amici di Area 101, una associazione culturale sempre di Olgiate, ci hanno messo a disposizione il teatro che gestiscono e ci hanno aiutato ad organizzare la serata conclusiva. E in ultimo abbiamo trovato un importante e generoso sostegno nel Kiwanis Club di Varese un service club internazionale il cui obiettivo è la tutela e il sostegno dei bambini di tutto il mondo, che non possiamo che ringraziare per tutto quanto ha fatto. Per il testimonial d’eccezione, non avevamo alcun dubbio: chi meglio di Simone Moro poteva parlare di Pakistan e Pakistani. Lui c’è stato molte volte, conosce il paese, le sue montagne, la sua gente, ha rispetto dei portatori (che chiama sempre rigorosamente per nome!), ha costruito in quel paese la Shimshal Climbing School una scuola di alpinismo per ragazzi e ragazze (non dimentichiamo che siamo in un paese musulmano) etc. etc. Quanto alla gestione dei fondi abbiamo ricordato che più volte durante il trekking sul Baltoro avevamo avuto modo di vedere l’impegno del comitato EvK2Cnr in quelle zone. La nostra guida ci parlava spesso delle loro iniziative, dei loro progetti e spesso abbiamo visto sventolare la bandiera italiana con quella pakistana con tanto orgoglio. Poi abbiamo saputo che proprio il comitato EvK2Cnr, in collaborazione con l’Aga Kahn Rural Support Program, aveva sviluppato e stava finanziando un progetto per la ricostruzione di 500 abitazioni nei distretti di Skardu e Ganche, nella provincia di Gilgit-Baltistan nel nord del Paese, una delle più colpite, e il cerchio si chiudeva. Abbiamo preso contatto con loro, grazia alla Vostra redazione e tutto è cominciato!

Come si è svolta la serata?
La raccolta fondi si è chiusa con una bellissima serata il 25/11 al cinema teatro nuovo di Olgiate con Simone Moro. L’iniziativa era patrocinata dal CAI di Olgiate per cui buona parte dei presenti erano amici del CAI per i quali Simone Moro è, senza dubbio, quasi un mito. E’ stato un successo, non avevamo più posti a sedere. Abbiamo parlato prima dell’iniziativa, della raccolta fondi, del perché lo stavamo facendo, di chi ci aveva sostenuto e di quali erano i nostri obiettivi. Poi Simone ha parlato della sua esperienza in quel paese, di quanto sia diverso rispetto a quanto pensiamo, ha incitato i presenti alla generosità offrendoci lui stesso un contributo, e poi ha chiaramente parlato di montagne, di spedizioni e di scalate, mostrando un suo video e soddisfacendo davvero “alla grande” le aspettative di tutti i presenti. È un grande comunicatore oltre che un grande alpinista.

Cose ne farete delle offerte che avete raccolto?
Il denaro raccolto (10.900 euro) è già stato versato sul conto corrente appositamente costituito dal Comitato EvK2Cnr per l’iniziativa “Smiling is life. Give them a roof to keep on smiling”. Abbiamo già ricevuto una bellissima lettera di ringraziamento da parte di Agostino da Polenza che ci ha comunicato che il denaro sarà messo a disposizione dell’Aga Khan Rural Support Program per la ricostruzione delle case, chiedendo loro di essere aggiornati sull’andamento dei lavori.

Perché pensate sia importante legare serate di beneficenza come questa al Cai, alla montagna e al mondo dell’alpinismo?
Questa è davvero una bellissima domanda. E’ infatti più o meno il tema con il quale abbiamo chiuso la nostra serata di cui parlavamo prima. In conclusione abbiamo infatti letto un breve tratto di una intervista rilasciata proprio da Da Polenza. Il presidente del comitato EvK2Cnr, rispondendo ad una domanda sul ruolo dell’alpinismo italiano in Italia e all’estero, parlò di quello che lui definiva “alpinismo buono”. L’alpinismo buono è quello che non si perde nel mero tecnicismo o peggio ancora nella sterile ricerca del successo e del guadagno. L’alpinismo buono è quello capace di fare conoscere al mondo la montagna e la cultura della montagna. Per dirlo proprio con le parole di Da Polenza è quello che “rispetta alcuni valori come la lealtà sportiva e la salvaguardia dell’incolumità fisica e psichica di chi lo pratica, ma esprime anche una lealtà nei confronti della montagna.  “Un alpinismo che rispetta le culture che trova sul suo percorso e che le contamina; è inevitabile che ciò accada nei processi di sviluppo sociale che si stanno sviluppando per fortuna anche attorno alla montagna in tutto il mondo, portando valori, idee, risorse non solo sfruttamento”. Da Polenza ricordava infatti come alpinisti del calibro di Messner, Mondinelli e appunto Moro hanno dedicato molto tempo e soldi alla costruzione di scuole e ospedali in molti luoghi poveri di montagna. Questa per loro è diventata una vera e propria “mission” di importanza non inferiore alle loro spedizioni alpinistiche. Coniugare esperienze di beneficenza come questa, amore per la montagna (che è anche amore per i suoi popoli) e mondo dell’alpinismo non solo è quindi importante per far conoscere, paesi, luoghi, popoli e culture spesso dimenticati, messi al margine … ma è anche più semplice e automatico di quanto si possa pensare.

Franco Codoro (presidente CAI Olgiate Olona)
Carlo Caimi
Matteo Crespi (organizzatori della serata)

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