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Appennino, la magia dei faggi secolari

PESCASSEROLI, L’Aquila — Grandi patriarchi. Così vengono chiamati i faggi della zona di Coppo del Morto, nel parco nazionale d’Abruzzo, che, stando a una ricerca della Università della Tuscia su numerose faggete delle Alpi e degli Appennini, contano secoli di vita.

“Sono un patrimonio naturalistico di importanza enorme – ha spiegato Cinzia Sulli, responsabile del Servizio scientifico dl parco – perché queste faggete sono l’habitat ideale per molte specie animali rare come la Rosalia alpina, il barbastello (un piccolo pipistrello) e il picchio dorsobianco”.

Questi alberi, alcuni dei quali hanno più di 500 anni, nei secoli sono riusciti a sopravvivere alle asce dei boscaioli solo perché si trovano su terreni in forte pendenza e all’interno delle cosiddette fasce di rispetto, zone boschive situate al limite del bosco stesso che venivano tradizionalmente lasciate intatte come protezione. Le foreste di Coppo del Morto e della Val Cervara  sono state inserite nella rete europea delle foreste vetuste e saranno candidate a far parte della lista Unesco dei siti patrimonio mondiale dell’umanità.

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