Curiosità

La pianta sempreverde che nacque la notte di Natale

Pianta d'agrifoglio innevata (Photo courtesy of wallpapersoriginals.com)
Pianta d'agrifoglio innevata (Photo courtesy of wallpapersoriginals.com)

BERGAMO — L’agrifoglio è una delle piante tipiche del periodo natalizio, spesso appesa fuori dalle case per allontanare gli spiriti maligni. Secondo la tradizione cristiana questa pianta sempreverde come la conosciamo oggi è nata proprio durante la notte di Natale quando un pastorello compose una corona come regalo al bambino Gesù intrecciando i rami della pianta e le gocce di sangue che fuoriuscirono dalle ferite alle mani provocate dalle dure e taglienti foglie dell’agrifoglio crearono le piccole bacche di colore rosso acceso.

L’agrifoglio è una pianta sempreverde ciò significa che cresce durante tutto l’anno e le sue foglie rimangono di un verde brillante anche durante l’inverno. Questo ha fatto sì che la pianta diventasse ben presto molto usata nei paesini di montagna che nella stagione fredda non possiedono fiori o piante con cui ornare la casa a causa delle rigide temperature.

La tradizione vuole che l’agrifoglio sia anche una pianta magica e che un rametto appeso fuori dalla porta di casa scacci gli spiriti maligni. I Druidi, i sacerdoti del popolo celto, credevano addirittura che l’agrifoglio proteggesse dai disagi dell’inverno e che usare un grosso ramo di questa pianta contro un animale in procinto di scagliarsi contro un essere umano, come un cane rabbioso o un orso selvatico, fosse in grado di ammansire la bestia e renderla inoffensiva.

Ma l’agrifoglio, insieme al vischio, è simbolo soprattutto del periodo natalizio. Lo si trova nelle ghirlande appese alle porte, nelle composizioni dei centri tavola e nelle siepi dei giardini addobbate con luci multicolori. Questo perchè la leggenda sostiene che la nascita di questa pianta sempreverde sia avvenuta proprio la notte in cui Gesù Bambino è venuto al mondo.

É la notte di Natale e una grande luce illumina improvvisamente il territorio attorno a Betlemme. Molti pastori della regione si svegliano e iniziano a sentire gli angeli che cantano. Tra loro vi è un ragazzino che un po’ spaventato esce dall’ovile e vede delle persone che si dirigono verso una grotta.

Il pastorello prende coraggio e chiede “Dove andate?”. Una donna gli risponde: “Non lo sai? Questa notte è nato il figlio di Dio e tutti noi stiamo andando a rendergli omaggio”. Il ragazzo mosso da curiosità e stupore segue la comitiva, ma ben presto si accorge che tutti hanno un dono da portare al bambino appena nato. Tutti tranne lui.

Il giovane pastore si rattrista e decide di tornare all’ovile. Non può certo presentarsi dal figlio di Dio a mani vuote! Si guarda intorno, ma non trova nulla da regalare. In pieno inverno non c’è nemmeno un fiore che cresce in quella zona! Camminando in tondo non si accorge di mettere i piedi su una pianta spinosa. Il fanciullo si siede e guarda la pianta gli ha ferito i piedi: l’agrifoglio, una delle poche piante che restano tutto l’anno.

All’improvviso ha un’idea. Prende alcuni rami dell’agrifoglio e inizia ad intrecciarli. Il pastorello costruirà una corona per il bambinello e gliela regalerà. Mentre armeggia con i rametti le mani iniziano a graffiarsi e a sanguinare. Qualche lacrima inizia a sgorgare agli angoli degli occhi, ma il pastorello non si lascia fermare dal dolore e finisce la corona.

Felice si affretta alla grotta con la corona in mano e ammira lo spettacolo che piano piano gli si presenta davanti. Ancora a bocca aperta si avvicina alla grotta e quando vede quel bambino sorridente gli porge la corona appena fatta, ma tra le dure foglie dell’agrifoglio ora sono comparse delle bacche rosse, rosse come il sangue che il ragazzo ha versato intrecciando i rametti della pianta. Ed è così che è nato l’agrifoglio come lo conosciamo oggi.

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