Pareti

Bernasconi e Della Bordella verso la Ovest della Torre Egger: resteremo finché non apriremo la via

Matteo Della Bordella (Photo Matteo Della Bordella)
Matteo Della Bordella (Photo Matteo Della Bordella)

VARESE — “Martedì 13 dicembre torniamo in Patagonia: il biglietto di ritorno è aperto perché l’dea è quella di partire e stare lì finché non riusciremo ad aprire la via sull’inviolata parete Ovest della Torre Egger, oppure finché non finirà la stagione. Terremo duro fino a quando ci sarà la possibilità di tentare”. Queste le parole di Matteo Della Bordella che ancora una volta insieme al “compagno patagonico” Matteo Bernasconi tenterà nelle prossime settimane di portare a termine una grande impresa dell’alpinismo di oggi.

La Torre Egger è la celebre cima di 2,685 metri situata tra il Cerro Torre e il Cerro Stanhardt. Sebbene si stia parlando di montagne molto famose e molto frequentate, il versante ovest di queste vetta è tuttora inviolato e costituisce per questo una grande sfida rimasta aperta all’alpinismo di oggi e di domani. Già l’anno scorso Matteo Della Bordella e Matteo Bernasconi avevano tentato di aprire una via su questa grande parete di circa 1200 metri, ma le condizioni della montagna non avevano permesso loro salire per più di un paio di giorni. Il tentativo 2010-2011 era quindi fallito, ma i due giovani Ragni di Lecco pensavano a tutt’altro che a rinunciare, tanto che tra pochi giorni torneranno in Patagonia a cercare di finire quello che avevano iniziato.

“L’anno scorso eravamo riusciti ad andare in parete solo 2 giorni – racconta Delle Bordella -, avevamo attrezzato tutto lo zoccolo del nevaio e poi di via vera e propria avevamo fatto 7 tiri, quindi circa 300 metri in parete, ovvero più o meno un terzo della salita. Le difficoltà maggiori però le troveremo sopra. Abbiamo all’incirca già in mente dove salire. Sulla parte alta abbiamo qualche dubbio ma quando saremo lì capiremo dove è meglio passare. Fino a dove siamo arrivati l’anno scorso più o meno abbiamo sempre trovato fessure, quindi si andava via abbastanza facilmente. Poi sopra c’è una parte strapiombante, ma spero che in tutta la parete riusciremo ad individuare il punto migliore per salire”.

Della Bordella torna in Patagonia per la seconda volta in carriera, mentre per Bernasconi si tratta della quinta. L’anno scorso i due erano stati bloccati dal cattivo tempo, con vento forte e neve, e dalle cattive condizioni della montagna. E del resto, secondo il climber varesino una delle maggiori difficoltà è proprio quella di trovare la parete in condizioni.

“Qualche tentativo di salita c’è già stato in passato – spiega Della Bordella -, ma l’essere sul versante ovest complica sicuramente le cose perchè devi organizzarti per stare sotto la parete e non ci sono posti vicini a cui appoggiarsi. Devi solo sperare che faccia bel tempo. Si tratta di una parete che probabilmente è più raramente in condizioni di altre pareti, come per esempio al Fitz Roy, che forse è un po’ più riparato. Del resto ho scelto la parete ovest della Torre Egger proprio perchè cercavo qualcosa di molto sfidante, che fosse da un lato fuori dagli obiettivi più facili da raggiungere e dall’altro impegnativo proprio dal punto di vista della scalata. Una parete inviolata, dove le possibilità di fallire sono anche molto alte, dove sei praticamente isolato dal mondo…a me piacciono molto le grandi pareti di roccia e questa è davvero imponente”.

I Ragni di Lecco hanno intenzione di partire da El Chalten con cibo per 45 giorni, così da evitare di tornare indietro presto. A differenza dell’anno scorso, quest’anno hanno deciso di portare con loro anche una portaledge che monteranno in un punto all’inizio della via.

 

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