NUUK, Groenlandia — E’ noto che il riscaldamento globale fa sciogliere il permafrost, il suolo perennemente ghiacciato dell’artico. Ma studi recenti sostengono che, entro il 2100, il fenomeno potrebbe rilasciare una quantità di anidride carbonica in atmosfera da 1,7 a 5,2 volte superiore rispetto a quella prevista in precedenza. Una cifra compresa tra 232 e 380 miliardi di tonnellate.
Lo dice uno studio pubblicato sulla rivista Nature dal Coordinamento internazionale che studia la vulnerabilità del permafrost. Quarantuno esperti internazionali coordinati da Edward Schuur e Benjamin Abbott stimano che il disgelo del permafrost, nell’Artico, rilascerà la stessa quantità di carbonio causata dalla deforestazione, ma il suo effetto sul clima sarà 2,5 volte superiore.
Il carbonio, infatti, sarà rilasciato sotto forma di metano con un effetto molto maggiore sul riscaldamento rispetto alla CO2. Il suo dell’estremo Nord conserva 1.700 miliardi di tonnellate di carbonio organico, che corrisponde a circa quattro volte quello emesso dalle moderne attività umane.
Secondo lo studio, poi, il permafrost può riscaldarsi molto più rapidamente dell’aria che lo circonda. E se alcuni pezzi di ghiaccio nel suolo gelato dell’artico si sciolgono parti del terreno vicino possono crollare, accelerano il disgelo del permafrost. Una situazione di emergenza, che i governi internazionali dovranno decidersi ad affrontare.
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La superficie innevata dell’Eurasia è al record storico assoluto degli ultimi 55 anni, con 23,33 milioni di kmq di neve e ghiaccio…”Il freddo che si estende dalla Siberia all’Alaska è straordinario”, dice il capo meteorologo Bill Steffen, Michigan.
In Alaska è di 39 gradi più freddo rispetto alla media! Wow!” Wow! ”
“Molte basse temperature record sono stati fissate in Alaska”, dice Steffens.
“Il punto più freddo che ho trovato è stato Manley Hot Springs a 54 sotto zero!