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India, morto il sacerdote del Kangchenjunga

Il Kangchenjunga (Photo courtesy of http://www.thetoptensite.com)
Il Kangchenjunga (Photo courtesy of http://www.thetoptensite.com)

CHUNGTHANG, India — É morto nelle scorse settimane il capo spirituale dei Lepcha, una tribù del Sikkim che venera il Kangchenjunga, la terza vetta più alta del mondo, come una montagna sacra. Si tratta di una grave perdita per la storia e la tradizione dell’intera tribù poichè non c’è un erede che possa prenderne il posto.

Alla base del Kangchenjunga, la terza vetta più alta del mondo con i suoi 8.586 metri, abita la tribù dei Lepcha. Questa particolare popolazione si è trasferita nel territorio indiano del Sikkim nel 13esimo secolo e da allora ha sempre venerato il Kangchenjunga come una montagna creata da Dio.

Secondo la tradizione durante il mese di Kursong (Febbraio-Marzo) il capo spirituale, il Kangchenjunga Bongthings, esegue una cerimonia per onorare la montagna e il Dio con preghiere, canti, danze e processioni. Inoltre è un’occasione per la tribù di ritrovarsi e raccontare la propria storia fin dalle origini.

Questa tradizione lunga centinaia di anni si è però bruscamente interrotta nelle scorse settimane. L’ultimo capo spirituale infatti, è morto senza passare il testimone a nessuno. I rituali dei Lepcha sono così andati completamente perduti, insieme alla storia della popolazione che veniva tramandata durante i riti.

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