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Addio a Bonatti, Pinuccio Castelnuovo: se ne va un amico e un pezzo di storia dell'alpinismo

In una foto di alcuni anni fa, da sinistra: Pinuccio Castelnuovo, Renato Moro, Agostino Da Polenza, Natale Villa e Asraf Hamman
In una foto di alcuni anni fa, da sinistra: Pinuccio Castelnuovo, Renato Moro, Agostino Da Polenza, Natale Villa e Asraf Hamman

LECCO – “Walter è stata un’icona stessa dell’alpinismo mondiale. Ascoltarlo parlare delle sue imprese è stata per me un’esperienza unica: non solo perché era una persona squisita ma anche perché aveva davvero tante e incredibili cose da raccontare. C’era da stare lì ore e ore, rimanendo a bocca aperta”. Questo il ricordo di  Pinuccio Castelnuovo amico di Bonatti ed ex presidente dei Ragni di Lecco.

“Sono stato presidente dei Ragni dal 1986 al 1995 – ci dice Pinuccio Castelnuovo, che abbiamo raggiunto al telefono poco dopo la notizia della scomparsa del grande alpinista bergamasco – e proprio in quegli anni abbiamo accolto Walter Bonatti nel nostro gruppo, sia per il suo eccezionale curriculum alpinistico sia per le sue attività che aveva svolto nel territorio lecchese. Bonatti è stata un’icona stessa dell’alpinismo, con la sua scomparsa se ne va una bella fetta dell’alpinismo mondiale, e dico questo al di là dello stretto rapporto di amicizia che ci legava. Io ho una casa ai Piani Resinelli e almeno una volta all’anno ci si vedeva qui da me per andare in Grignetta. Ascoltarlo parlare delle sue imprese è stata per me un’esperienza unica: non solo perché era una persona squisita ma anche perché aveva davvero tante e incredibili cose da raccontare. C’era da stare lì ore e ore, rimanendo a bocca aperta”.

“Era entrato nei Ragni all’inizio degli anni ’90 – ricorda Castelnuovo -. Entrare nei Ragni allora come oggi non è una cosa alla portata di tutto, non è come pagare una quota e iscriversi a un normale gruppo alpinistico. Si può entrare solo per meriti, dopo una votazione di tutti i soci. E’ chiaro che Bonatti non ha avuto bisogno di una votazione, perché le sue straordinarie imprese erano ben più che conosciute. Però è anche raro che un alpinista entri superata una certa età. Per i Ragni è stato un onore averlo come socio”.

Del resto Bonatti era molto legato a Lecco, tanto che proprio qui l’anno scorso, volle festeggiare il suo 80esimo compleanno. Ancora agli amici lecchesi è rivolto l’ultimo saluto: da sabato mattina a domenica a mezzogiorno infatti, le sue spoglie saranno portate nella Sala civica del capoluogo della Valsassina dove, parenti, autorità, amici, cittadini e compagni di montagna potranno dirgli addio.

“Mi ricordo che quando entrò nei Ragni ne parlò tutta la città – conclude Castelnuovo -. All’epoca qualcuno se ne stupì persino, perché Bonatti è sempre stato storicamente legato all’alpinismo monzese, nostro antico ‘rivale’. Ma ripeto, Bonatti era una personalità troppo importante per l’alpinismo mondiale per localismi di questo tipo. Per me, ma così per moltissimi, è stato un punto di riferimento, l’emblema dell’alpinismo italiano, insieme a Cassin e Mauri per esempio. L’alpinismo lecchese oggi perde un pezzo importante di storia”.

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