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Il giallo del Boeing caduto sulle montagne

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GIAKARTA, Indonesia — Contrordine compagni. Il governo indonesiano ha smentito poco fa la notizia del ritrovamento sulle montagne dell’isola di Sulawesi dei resti del Boeing 737 della compagnia aerea Adam Air, scomparso ieri dagli schermi radar un’ora dopo il decollo, mentre sulla zona imperversava un violento temporale.

A diffondere la notizia del ritrovamento dei rottami e di 12 superstiti era stata la stessa compagnia aerea. Ma a quanto pare non è così. Ora, che fine ha fatto l’aereo? Di certo il 737-400 era decollato dall’isola di Giava alla volta di Sulawesi ed era incappato in una micidiale perturbazione mentre si trovava a 11mila metri di quota. Dopo aver registrato alcuni "mayday" provenienti dall’aereo, i controllori di volo lo hanno perso dai loro schermi.  
 
Al momento dello schianto, l’aereo volava a una quota di appena 2.600 metri, invece dei 10mila previsti dalla rotta. Aiutati dagli abitanti dei villaggi vicini, i soccorritori, secondo la versione della compagnia, avrebbero trovato i rottami su una montagna a 90 chilometri dalla città di Polewali.
 
A bordo dell’aereo al momento del decollo c’erano 6 membri dell’equipaggio e 92 passeggeri, tra cui tre cittadini americani.
 
Sul volo della Adam Air si trovavano 85 adulti e 11 bambini, tra cui 4 molto piccoli. Gli americani facevano tutti parte della stessa famiglia: Scott Jackson e le figlie Stephanie e Lindsa.
 
«Stiamo portando indietro i sopravvissuti», ha detto il capitano Hartono, portavoce della Adam Air. I corpi recuperati sarebbero stati trasportati in elicottero all’aeroporto di Makassar, capitale del Sulawesi meridionale, 200 chilometri più a sud. Ma il governo si è affrettato a smentire.
 
 
 

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