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Brown Clouds, a rischio le coltivazioni di mezzo continente

Terrazzamenti di riso
Terrazzamenti di riso

BERGAMO — Si chiamano “ABC” – Atmospheric Brown Clouds – e sono grosse nubi marroni composte da aerosol e particelle inquinanti. Sono concentrate nei cieli del Sudest asiatico e impediscono alla luce solare di raggiungere la superficie terrestre, cambiando il clima e i cicli naturali. Terreni più secchi, meno precipitazioni e meno raggi solari: ovvero, un grande danno per le coltivazioni nonché meno cibo per le popolazioni dei Paesi più popolosi della terra.

Le Brown Clouds sono alimentate da gas di scarico delle auto, centrali a carbone, combustione di legname e altre biomasse, e costituiscono una delle minacce più pericolose per il pianeta, anche perché risultano in costante espansione. I danni si riscontrano a tutti i livelli, dalla salute all’agricoltura: mettono a rischio gli stessi raccolti, un problema primario in paesi come India e Cina, i più popolosi della terra.

La maggior parte delle piante per crescere ha bisogno di aria, luce, acqua e un terreno ricco di sostanze. Le condizioni climatiche, in particolare rispetto ai valori di umidità e temperature, influenzano quindi la crescita della vegetazione. Secondo quanto riferisce il rapporto del 2010 dell’Unep – United Nations Environment Programme – gli Aerosols contenuti nelle Atmospheric Brown Clouds, insieme agli altri diversi tipi di gas, possono condizionare la produzione dei campi in diversi modi, interferendo nei bisogni basilari e cambiando le condizioni meteorologiche.

Al momento le ricerche riguardanti gli effetti delle ABC sull’agricoltura sono decisamente inferiori rispetto a quelle, per esempio, relative agli effetti delle concentrazioni di gas serra. Tuttavia è stato rilevato che la produttività dei campi cinesi e indiani ha subito un considerevole calo negli anni ’80: l’aumento annuale di raccolto è sceso dal 3.5 all’1.3 per cento.

Le Brown Clouds riducono l’attività della fotosintesi clorofilliana delle piante, sia perché non permettono ai raggi solari di filtrare normalmente, sia perché depositano sulle foglie polveri, ceneri, fuliggini, e aerosol, che creano una sorta di schermo. Le Atmospheric Brown Clouds provocano inoltre piogge acide che inacidiscono il terreno, riducendone le quantità di calcio, magnesio e potassio e mettendo quindi a rischio la crescita delle piante stesse.

Un altro problema è costituito dall’ozono. Le Brown Clouds infatti, a basse latitudini favoriscono i processi di formazione di ozono che riduce la quantità di ossigeno nell’aria (come succede per esempio nelle città dove i livelli di ozono sono alti). Forti quantità di ozono danneggiano le piante: visivamente si manifesta con macchie rosse, gialle o bianche sulle foglie, e ancora una volta elevati livelli di ozono riducono la capacità di fotosintesi, il che implica il ritardo della crescita delle piante stesse e dei loro frutti. Mancando le piante, si riduce anche la quantità di ossigeno emessa nell’aria.

Al momento la maggior parte di ricerche relative alle concentrazioni di ozono sono state realizzate in Europa. Secondo studi pregressi (risalenti al 2004) si è stabilito che quando si supera il limite di 40 ppb di concentrazioni di ozono nell’aria, ne risentono i campi coltivati, che perdono produttività.

Tra le minacce indirette portare all’agricoltura dalla presenza delle Brown Clouds, c’è anche la scarsità d’acqua a disposizione per coltivare i campi. Le ABC infatti condizionano direttamente anche il ciclo idrologico: le nubi marroni provocano una diminuzione delle piogge nell’aree interne del continente asiatico e al contempo un aumento delle precipitazioni nelle zone costiere, dove risultano più violente, tanto da causare alluvioni alternate a forti siccità.

Il Black Carbon presente nelle ABC fa aumentare la temperatura nella bassa atmosfera, e annerisce la neve e i ghiacciai su cui si deposita. Entrambi i fenomeni accelerano il ritiro dei ghiacci e ne favoriscono lo scioglimento, il che incide in maniera rilevante sulla produzione dei campi: riducono le riserve idriche a disposizione, modificano la tempistica della disponibilità d’acqua durante l’anno e aumentano la vulnerabilità nei confronti dei disastri naturali, come le esondazioni dei laghi ghiacciati.

In paesi asiatici come Cina e India, la maggior parte del fabbisogno alimentare della popolazione, che sommata è di circa 2 miliardi e mezzo di persone, è dato dal riso. Per questo l’International Rice Research Institute e altre organizzazioni hanno condotto studi decennali sulle conseguenze delle precipitazioni, delle temperature e delle radiazioni solari sulla produzione di questo cereale. Al di là delle tante variabili e dei tanti modelli di analisi utilizzati, quello che emerge sulle influenze delle Brown Clouds sulle piantagioni è che l’inaridimento del suolo insieme alla riduzione delle radiazioni solari, provocherebbe una riduzione dei raccolti.

Per affrontare il problema e prevedere scenari futuri, è essenziale oggi intensificare gli studi sulle Brown Clouds, raccogliendo il maggior numero di dati. Un maggiore sforzo in questo senso è necessario per meglio comprendere gli effetti diretti (come i danni da inquinamento) ed indiretti (relativi al cambiamento climatico) provocati dalle ABC sulle coltivazioni agricole.

Info: United Nations Environment Programme

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