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La valanga di Oropa non era prevedibile

L'elicottero di soccorso in azione
L'elicottero di soccorso in azione

BIELLA — La terribile valanga di Oropa, quella che il 6 marzo scorso ha travolto un gruppo di 18 scialpinisti biellesi uccidendone due, non era prevedibile. Lo sostengono i consulenti nominati dalla Procura della Repubblica di Biella, nel procedimento a carico di due guide biellesi accusate di omicidio colposo.

In quel tragico weekend morirono Carlo Graziano 25 anni, di Crescentino (Vercelli), e Emanuele Mosca, di Graglia (Biella). Il primo era un dottorando, mentre il secondo era un odontotecnico in pensione. La massa di neve, scesa dal monte Camino, investì in pieno gli scialpinisti, trascinandoli a valle per 400 metri.

Ebbene, secondo gli esperti quella valanga era imprevedibile. Dalla temperatura e dalle condizioni della neve, non era possibile immaginare un distacco di elevate proporzioni, concretizzatosi in tre valanghe in rapida successione con un fronte nevoso ampio centinaia di metri.

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