AlpinismoAlta quota

Himalaya, un morto al Cho Oyu e diversi soccorsi

Cho Oyu
Cho Oyu

LHASA, Tibet – Continuano i soccorsi sulle alte vette himalayane. Un alpinista olandese è morto al Cho Oyu, mentre un altro scalatore serbo presenterebbe i sintomi di un edema sia polmonare che cerebrale al campo base del Kanchenjunga. Infine i due spagnoli che si sono sentiti male durante la discesa dalla vetta del Lhotse sono stati recuperati a campo 2.

La vittima al Cho Oyu è Ronald Naar, 56 anni, primo olandese ad aver scalato tutte le Seven Summit e la parete Nord dell’Eiger nel 1970. Aveva in curriculum diversi ottomila, tra cui Everest e K2, ma anche alcune brutte polemiche, come quella che lo incolpava di aver lasciato morire un alpinista indiano sull’Everest o quella che lo accusava di aver mentito sulla vetta del Nanga Parbat. Accuse comunque da cui è stato scagionato con un processo nel 2003. Negli ultimi anni si era dedicato a spedizioni esplorative, come nel Suriname, in Iraq e ai Poli.

Secondo le prime notizie diramate dai siti internazionali, Naar sarebbe collassato domenica scorsa in seguito a un tentativo di vetta sul versante tibetano del Cho Oyu, mentre scendeva da campo 3, alla quota di 7500 metri. L’alpinista prima di partire, aveva dichiarato che questa sarebbe stata la sua ultima spedizione.

Situazione critica anche al Kanchenjunga dove il rumeno Alex Gavan, al campo base della montagna, riferisce di un alpinista serbo che, a suo dire, presenterebbe i sintomi di un edema sia polmonare che cerebrale. Sul blog della spedizione ieri ha lasciato solo due brevi messaggi, dove raccontava però di attendere l’elicottero per i soccorsi.

L’elicottero è intanto già riuscito ad arrivare al campo 2 del Lhotse, dove ha recuperato Roberto Rodrigo e Manuel Gonzalez “Lolo”, trasportati poi oggi a Kathmandu. Gli altri spagnoli che domenica scorsa hanno raggiunto la cima della montagna, ieri sono arrivati tutti al base. Miguel Ángel Pérez ha riportato alcuni congelamento ai piedi, lo stesso Isabel Garcia, che è stata accompagnata dal messicano Jorge Salazar e dall’iraniano Mehdi Amidi. Degli altri non si hanno al momento notizie precise, ma pare che durante la discesa dell’Icefall Juanito Oiarzabal sia collassato per sfinimento e sia stato portato incosciente fino al base dal team di Edurne Pasaban.

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