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Cartelli bilingue: su 200 toponimi manca l'accordo

Il presidente Napolitano con Durnwalder
Il presidente Napolitano con Durnwalder

BOLZANO — Fra il governatore dell’Alto Adige Luis Durnwalder e il ministro degli Affari regionali Raffaele Fitto ci sono 200 toponimi di differenza. Sono quelle che restano ancora da discutere nell’ormai annosa questione dei nomi geografici da mettere sui cartelli dei sentieri di montagna.

Ricorderete, per farla breve, che l’Alto Adige vorrebbe cartelli esclusivamente in lingua tedesca, mentre il governo italiano – a cui peraltro la regione dovrebbe rispondere – imporrebbe la doppia lingua.

Per ora, dopo tribolati incontri, la commissione paritetica avrebbe trovato l’intesa su circa 1.300 toponimi, ma circa 200 restano ancora al centro della contesa.

“Sul 10-15 per cento dei toponomi non siamo d’accordo” ha ammesso il governatore. Uno di questi sarebbe la “Vetta d’Italia” che ha fatto venire più di un mal di pancia agli altoatesini più radicali. Quelli che volevano lasciare solo la traduzione in tedesco, tutt’al più chiamandola “Vetta d’Europa”.

“Della Vetta d’Italia, non abbiamo parlato”, ha precisato Durnwalder ricordando che, come stabilito, il nodo verra’ sciolto “a livello politico”. Entrambi i contendenti professano disponibilità al dialogo. Poi però, quando si arriva al dunque, scatta l’irrigidimento. “Le cose grandi devono essere tradotte in tutte e due le lingue – ha detto Durnwalder – ma toponomi di prati, pascoli e ruscelli, quelli no, restino nella forma originaria”. Dal canto suo Fitto è convinto che nelle prossime settimane si arrivi a una soluzione. Dita incrociate.

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