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Terremoto in Alpago, Protezione civile: pronti all'evacuazione

Chies d'Alpago (Photo webdolomiti.net)
Chies d'Alpago (Photo webdolomiti.net)

FARRA D’ALPAGO, Belluno — Una lieve scossa di terremoto è stata registrata lo scorso fine settimana nel territorio dell’Alpago, lo stesso dove si sono verificati i boati. I sismografi avrebbero registrato 115 microscosse tra Vittorio Veneto e Farra D’Alpago nel bellunese: tecnici, geologi, amministratori e vigili del fuoco si sono riuniti per discuterne le cause e intanto la Protezione Civile pensa a possibili evacuazioni.

Le scosse sono state avvertite venerdì 1 aprile nel pomeriggio, alle 15.33. Il terremoto è stato di magnitudo 3, non molto forte quindi, ma abbastanza da preoccupare gli esperti, visto che la zona è soggetta a monitoraggi da alcuni mesi, da quando cioè sono iniziati i così detti boati dell’Alpago. Secondo le rilevazioni dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, l’epicentro è stato localizzato nei comuni di Chies D’Alpago, Puos d’Alpago e Tambre alla profondità di 6 chilometri. Fortunatamente non ci sarebbero stati danni a cose e persone.

“Draghi” a parte, ovvero la fantasiosa spiegazione data dai locali ai fenomeni che stanno interessando il territorio da alcuni mesi a questa parte, la Protezione Civile ha richiamato le amministrazioni perché siano pronte a misure di emergenza, in caso si verifichino nuovi sismi, di grado uguale o superiore al 3 della scala Richter.

Il Coordinatore Regionale della Protezione civile del Veneto, Roberto Tonellato, si è detto “niente affatto tranquillo” per il fenomeno. Secondo quanto riferito dal Corriere delle Alpi, ha affermato che “se si ripetesse dovremmo prendere immediatamente le necessarie misure”. Tra queste ci potrebbe essere anche l’evacuazione della popolazione.

Secondo Tonellato quello che è preoccupante è la sostanziale contemporaneità tra il sisma dell’Alpago quello avvenuto al largo dell’isola di Creta, di sesto grado. “La coincidenza – ha dichiarato il Coordinatore Regionale secondo quanto riportato dal Corriere delle Alpi – ci fa temere che si tratti di un fenomeno correlato, tale da riguardare una faglia secondaria rispetto a quella periadritica. Siamo stati in presenza di un accadimento importante che riapre tutta la problematica che ritenevamo in via di conclusione perché il fenomeno di boati e micro vibrazioni sembrava in esaurimento”.

Nel frattempo proprio mercoledì scorso, 30 marzo, sono terminate le indagini effettuate per studiare la propagazione delle onde sismiche nel sottosuolo del Fadalto. I ricercatori dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica di Trieste hanno lasciato cadere da tre diverse altezze un peso di alcune tonnellate per registrare le vibrazioni prodotte. L’impatto dei pesi con il terreno sottopone infatti il sottosuolo a delle vibrazioni, delle onde sismiche che vengono registrate da 164 geofoni installati a U nella zona dei boati.

Info: www.ilgiornaledellaprotezionecivile.it

http://corrierealpi.gelocal.it

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