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Dolomiti bellunesi, spento l'incendio sul monte san Mauro

Operazioni di spegnimento sul Monte Mauro (Photo Il Giornale della protezione civile)
Operazioni di spegnimento delle fiamme sul Monte Mauro (Photo Il Giornale della protezione civile)

FELTRE, Belluno – Dopo 4 giorni di operazioni, è stato finalmente spento l’incendio che ha devastato le Dolomiti bellunesi domenica scorsa. Le fiamme sono state domate mercoledì, quando anche gli ultimi focolai sono stati estinti e il fumo ha smesso di avvolgere le montagne. Il rogo, scoppiato sul Monte San Mauro, fortunatamente non si sarebbe esteso, se non in minima parte, al monte Grave né alla Val Canzoi. Ma le stime esatte devono ancora arrivare, quello che invece sembra certo ormai, è che l’origine del disastro sia di tipo colposo.

Secondo quanto riferisce un comunicato stampa del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, gli inquirenti ora indagano per capire se l’incendio sia stato appiccato consapevole o inconsapevole. Certo è che la zona è importante da un punto di vista ambientalistico, sia per la vegetazione sia per gli animali che la popolano. Proprio in questi luoghi per esempio, era stato avvistato per la prima volta l’orso Dino, e 9 coppie di aquile reali nidificano su questi alberi.

Tantissime persone sono state coinvolte nelle operazioni di spegnimento delle fiamme. I Servizi Forestali Regionali, gli agenti del Corpo Forestale dello Stato, i Vigili del Fuoco, i volontari della Protezione Civile hanno lavorato costantemente da domenica a mercoledì per cercare di limitare le dimensioni del danno.

Per ringraziare ufficialmente quanti si sono impegnati per salvare le montagne dalle fiamme, il direttivo del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi ha organizzato per questa mattina un brindisi d’onore presso il centro culturale del Parco “Piero Rossi”, in piazza Piloni a Belluno. Insieme ai doverosi ringraziamenti, rimane però la sensazione che con una migliore organizzazione strutturale certi disastri si potrebbero, se non evitare, quanto meno arginare.

“Se il Parco avesse 10 agenti del Corpo Forestale dello Stato in più – si legge infatti nel comunicato del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi -, se ci fossero gli stanziamenti per dotarsi di una stazione di pronto intervento antincendi del Parco, se i canadair o elicotteri potenti come il CH47 intervenuto fossero di stanza a Belluno o Treviso (come era sino al 2002), forse tutto questo non sarebbe successo”.

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