Krzysztof Wielicki, polacco, classe 1950: fu il quinto uomo al mondo a salire i 14 ottomila senza ossigeno e il primo a salire Mount Everest, Kangchenjunga, e Lhotse in inverno. Un vero “osso duro” dell’alpinismo, dall’aria sorniona, ma dalla tenacia formidabile. Gli abbiamo chiesto che cosa significa scalare d’inverno su quelle vette, con temperature vicine ai 50 gradi sottozero, con la carenza d’ossigeno, con la completa solitudine ai campi base. Ecco la videointervista di Sara Sottocornola.
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