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"L'ultima borgata", piccolo mondo odierno tra i monti cuneesi

L'ultima borgata
L'ultima borgata

“Mario Sarotto, un architetto di 61 anni, s’ imbatte per impegni di lavoro in una borgata della Valle Grana. Un luogo abbandonato a causa della durezza di una vita aspra ed impossibile da affrontare senza l’ausilio delle forti braccia degli uomini e dei giovani decimati da due guerre mondiali. Una comunità viva di cui resta un luogo svuotato della vita e celato dalla quiete della montagna”. Comincia così la storia narrata nel film documentario “L’ultima borgata”, di Alberto Cravero e Fabio Mancari. Un viaggio tra le montagne del cuneese.

“Strette strade chiuse tra le case che nel silenzio nascondono le voci dei bambini che correvano e giocavano. Case con letti ancora pronti per sonni che non verranno più consumati. Una scuola con i banchi allineati che non serviranno a nessun allievo. Una chiesa visitata da qualche vandalo di passaggio. Case di pietra costruite con fatica che, ancora oggi, trasudano la vita delle decine di famiglie che le abitavano.

Questa è la Borgata Narbona oggi, un luogo dove il tempo si è fermato, in cui il silenzio lascia spazio per immaginare la vita che è stata. Questo silenzio ha scavato nella sensibilità di Mario. La sintonia tra lui e la borgata è quasi immediata: dove tutti vedevano solo ruderi abbandonati lui invece ebbe la sensibilità di percepire un luogo ancora vivo per troppo tempo dimenticato e non accetta che quel passato possa andare perduto definitivamente. Provocatoriamente prende la residenza a Narbona e da sette anni la mantiene. Narbona è un luogo che Mario Sarotto ha deciso di non lasciar morire.

Insieme alla Facoltà di Agraria dell’ università di Torino ha cominciato a ritracciare le piste per gli alpeggi, per far ritornare i margari a pascolare le mucche per produrre il prestigioso formaggio Castelmagno ed ha studiato la possibilità di creare un ecomuseo di Narbona. Queste sono solo due delle innumerevoli iniziative di Mario a difesa di un luogo da vivere responsabilmente e civilmente. Questa è la storia di un intreccio tra la vita di un uomo e la vita di una borgata montana abbandonata, due percorsi che si sono uniti e che ostinatamente proseguono insieme il loro cammino”.

Il documentario ha il patrocinio della Provincia di Cuneo e del comune di Castelmagno, ed è ambientato nella borgata Narbona in provincia di Cuneo. Il progetto è presente sul sito Produzioni dal basso al link: http://www.produzionidalbasso.com/pdb_520.html: attraverso questa pagina si può sostenere il film prenotando il dvd del documentario che uscirà e verrà distribuito dal mese di Aprile 2011.

Fabio Mancari&Alberto Cravero

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3 Commenti

  1. Ci sono ancora le persone che sanno entrare e ascoltare gli antichi respiri di questi meravigliosi e antichi villaggi alpestri,c’è ancora speranza che la montagna nonsia solo da comprare e rivendere,ma luogo di rifugio per lo spirito in questa povera Italia.Forza Mario,sei Grande.

  2. finalmente una persona che ha saputo dare voce alle mille sensazioni che vivo ogni volta che l’enorme fortuna di poter camminare in montagna, dove vorrei poter vivere.
    Perchè per me la montagna è vita e da anni inseguo un pensiero nebuloso che le parole di Sarotto hanno finalmente chiarito. E Narbona l’abbiamo nelle Alpi e negli Appennini, ovunque si sia persa la nostra identità e la nostra storia.
    Grazie Mario.

  3. Grazie per i commenti ragazzi. Sono Fabio, uno dei due registi del documentario. Vivere la montagna con la filosofia di Mario è un obiettivo che bisogna cercare di raggiungere, anche se forse un po’ estremo.. Ma siamo convinti, e lo è anche Mario, che ci dice sempre che lui ormai non vuole più parlare di castelli di sabbia, ma pretende che le persone si alzino e vadano a vedere di persona cosa sta succedendo nelle borgate dell’arco alpino che in quelle dell’ Appennino…
    Noi siamo con lui.

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