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Ritrovato dopo 20 anni: quando il ghiacciaio risolve "cold case"

Huayna Potosi glacier (Photo courtesy www.combusem.com)
Huayna Potosi glacier (Photo courtesy www.combusem.com)

BUENOS AIRES, Argentina — Quando il ghiacciaio risolve misteri di persone scomparse. E’ accaduto sulle Ande, dove qualche settimana fa un escursionista ha ritrovato la “mummia” di un pilota disperso da due decenni, insieme ai resti del suo aereoplano.

Il pilota risponde al nome di Rafael Pabón, boliviano, era scomparso col suo velivolo nel 1990: aveva solo 27 anni e si è schiantato sulla parete nord del Huayna Potosí, un picco di oltre 6mila metri che sorge sopra La Paz. Ma
quando accadde l’incidente, non fu ritrovato e il caso non era stato ancora risolto.
Oggi, lui e i resti del suo aeroplano, sono riemersi sul ghiacciaio ai piedi della montagna e ritrovati da un escursionista di passaggio. “Il pilota era ancora legato al suo sedile – racconta l’alpinista che poi ne ha trasportato il corpo a valle – era piegato come se stesse dormendo, con i capelli neri e lunghi. Ce ne saranno molti altri, come lui, tra questi ghiacci. Lo scioglimento ce li riporterà”.
La notizia, diffusa dal New York Times, ha sollevato molti commenti, soprattutto tra gli esperti che vedono nel ritiro dei ghiacciai una probabilità di risolvere “cold case” e trovare persone scomparse. Il celebre quotidiano americano ricorda molti casi simili accaduti in Alaska, in Argentina, in Nord America, ma anche le decine di piloti della seconda guerra mondiale scomparsi sulle alture himalayane dell’Arunachal Pradesh, al confine tra India e Cina, e mai più ritrovati.

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