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Clima, un'occhiata dall'alto: il monitoraggio EvK2Cnr sbarca su Nature

Rivista Nature - Intervista ad Angela Marinoni
Rivista Nature - Intervista ad Angela Marinoni

NEW YORK, Usa — Nuova medaglia per il Laboratorio Piramide e il progetto di monitoraggio climatico e ambientale Share, promosso dal Comitato EvK2Cnr: la rete mondiale di stazioni d’alta quota, che tiene sotto controllo l’atmosfera e l’inquinamento sulle montagne più alte del mondo, è sbarcata sulla prestigiosa rivista scientifica Nature, con un’intervista alla ricercatrice italiana dell’Isac Angela Marinoni.

L’intervista, firmata da Jane Qiu e pubblicata in novembre su Nature, si intitola “A sky-high eye on climate change” (un’occhiata dall’alto sul cambiamento climatico) e descrive le importanti rilevazioni climatiche condotte dalla Marinoni e dai ricercatori del progetto Share, coordinato da Paolo Bonasoni, nella valle del Khumbu e presso il Laboratorio Piramide, sulle pendici dell’Everest.

La Marinoni, incontrata da Nature a Kathmandu in occasione del “2nd Third Pole Environment Workshop”, racconta l’attività di ricerca sul campo a 5000 metri di quota, e di come l’ambiente montano, fragile e remoto, stia cambiando di fronte ai cambiamenti climatici.

“Una delle cose più sorprendenti – ha detto la Marinoni a Nature – è stato rilevare temperature sopra lo zero agli 8000 metri di Colle Sud, dove avevamo installato la stazione Share-Everest, la più alta del mondo. Le alte temperature sono state rilevate in concomitanza con grossi crolli di ghiaccio e valanghe. Altrettanto sorprendente è stato rilevare inquinanti in concentrazioni tipiche degli ambienti urbani, a 5.079 metri, presso la stazione dell’Nepal Climate Observatory-Pyramid. Sono dati importantissimi per comprendere fenomeni come lo scioglimento dei ghiacciai, l’evoluzione del clima e per validare modelli climatici”.

“Questi ambienti – ha detto ancora la Marinoni -, lontani dall’influenza umana, sono molto sensibili al cambiamento climatico ma sono ancora poco conosciuti. La rete di stazioni Share cerca di colmare un “vuoto” di rilevazioni che a livello internazionale è molto importante per la comprensione del clima e dei suoi cambiamenti”.

Non a caso, Share opera in collaborazione con Unep, Wmo, Nasa, Esa ed è considerata un punto di riferimento internazionale per la raccolta dati utili allo studio del riscaldamento globale, sulla circolazione degli inquinanti e per la valutazione dei loro effetti sui sistemi glaciali, idrici e biologici.

Leggi l’intervista completa ad Angela Marinoni

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