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Turismo, sci e lavoro: L'Aquila rinasce dal Gran Sasso

gran sassoROMA — “Queste montagne sono una scommessa. Per queste valli passa la rinascita di questo territorio così duramente colpito. Con Agostino Da Polenza stiamo lavorando ad un grande impianto di sci indoor che porterà il Gran Sasso a diventare presto un polo d’attrazione turistico di tutto il Centro-Sud d’Italia”. Così Gianni Alemanno è intervenuto dopo l’evento “Montagna è” che si è tenuto a Roccaraso lo scorso 31 ottobre: ecco l’approfondimento del giornalista e saggista Salvatore Santangelo, apparso sulle pagine de “Il Centro” nei giorni scorsi.

“Montagna è” non è un episodio isolato, ma una tappa di un percorso più articolato e ambizioso. Dal 6 aprile 2009 il rapporto tra Roma e la provincia dell’Aquila è stato costante. Un rapporto con tanti protagonisti: in primis il sindaco Gianni Alemanno che, come ha più volte ricordato Massimo Cialente, è stato presente fin dai primissimi giorni della tragedia, non solo mettendo in campo uomini e mezzi per l’emergenza, ma anche idee e progetti per dar vita a una vera e propria ricostruzione identitaria che affrontasse tutti i molteplici aspetti e nodi di questa drammatica vicenda: la ricostruzione materiale accanto a quella del tessuto sociale.

Oltre alla necessità di tenere sempre viva un’attenzione positiva, non morbosa, da parte dell’opinione pubblica nazionale e internazionale. Un esempio per tutti? Il coinvolgimento dell’Aquila nella grande avventura delle Olimpiadi Roma 2020. In questa articolata azione un ruolo particolare possono e debbono giocarlo le nostre montagne. Forse il simbolo più forte della nostra identità.

Il Gran Sasso è stato coprotagonista  dell’evento di Roccaraso. Come ha affermato lo stesso Alemanno: “Oggi queste montagne sono una scommessa. Anche per queste valli e vette può passare la rinascita di questo territorio così duramente colpito. Con Agostino Da Polenza, che già si è incontrato con il sindaco Cialente, stiamo lavorando alla realizzazione in project financing di un grande impianto di sci indoor in cui poter praticare gli sport di montagna tutti i mesi dell’anno. In questo modo il Gran Sasso potrebbe diventare presto un polo d’attrazione turistico di tutto il Centro-Sud d’Italia”.

“Inoltre – prosegue Alemanno -, mi sono impegnato affinché tutte le altre principali piste da sci della provincia dell’Aquila, come quelle di Campo Felice, Ovindoli, Pescasseroli e Roccaraso, vengano presto messe a sistema per incrementare il flusso turistico da Roma e dar vita a un modello di sviluppo realmente sostenibile”.

Tra l’altro sempre Da Polenza, in qualità di capo spedizione per il 50esimo anniversario della scalata del K2, aveva reso possibile un gemellaggio tra il Gran Sasso e la seconda vetta più alta del mondo. Come non si stanca mai di ripeterci, è ora che anche gli Appennini facciano sentire la loro voce a livello nazionale. Tutto ciò per invertire la tendenza che sta portando al declino socio-economico e allo spopolamento delle nostre aree interne.

Le iniziative che sicuramente più delle altre potranno fornire risultati strutturali e di ampio impatto sociale sono quelle che attengono alla valorizzazione delle produzioni tipiche locali e delle vocazioni naturali, soprattutto quelle che prevedono: il rafforzamento delle logiche di cooperazione e di integrazione tra le imprese; la gestione sostenibile delle risorse; l’esaltazione a fini turistici delle risorse ambientali e paesaggistiche.

Forse qui si può riscoprire il lato “nobile” della politica, che ha un senso quando ha la capacità di leggere un territorio, affrontandone le criticità, esaltandone le potenzialità mediante un’adeguata capacità di mediare i progetti e finalizzare le risorse. Non a caso Alemanno ha riproposto la necessità di “una legge sulla montagna”, legge di risarcimento e di sviluppo. Abbiamo una grande  responsabilità: quella di riportare in montagna un po’ di quella ricchezza che abbiamo spesso prelevato e che continuiamo a prelevare. Per farlo serve anche un’adeguata politica fiscale che crei incentivi a fare impresa sulle nostre montagne.

Salvatore Santangelo

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