Linea diretta con Mondinelli e Moro
BERGAMO — Complimenti, curiosità, richieste d’aiuto e domande. Ecco quello che avete scritto nei giorni scorsi a Simone Moro e Silvio Mondinelli, dimostrando grande apprezzamento per la "linea diretta" alpinistica lanciata da Montagna.tv. Ecco le prime due risposte di Simone e del “Gnaro” che, non temete, avranno una parola per tutti gli appassionati!
Caro Simone, da piccolo arrampicatore sportivo e ancor più piccolo alpinista mi permetto di esprimere sostanzialmente solidarietà a quanto hai affermato sul Grignetta d’oro. Senza nessuna volontà di polemizzare sulla persona e l’alpinista Rolando Larcher, vincitore del premio, vorrei confrontarmi con te sul termine "etica", che non riesco molto a digerire.
Sono un anarchico che va in montagna per godersi l’anarchia della montagna, pensa un po’ se devo tirarmi storie sull’etica di arrampicare, chiodo lungo a tal distanza, spit troppo lunghi o corti (…e il concetto di spit allora in montagna è etico?). Rispetto i lavori e i capolavori di Larcher, ma non mi piacciono queste filosofie "etiche" e in particolare il nome di una sua via di 8c: "chi sale vale chi scende è un vile". Allora io sono un vile, secondo questa etica. Un’altra cosa. Recentemente Larcher ha ripetuto e liberato sul Dain una vecchia via del vecio Umberto Marampon e l’ha criticato sostenendo che nel 1985 la via poteva essere risolta in libera. Ma se Marampon ha voluto l’artificiale sarà libero di poterlo fare o no? Preferisco pensare a Simone Moro che a 200m dalla vetta dell’Annapurna in prima invernale assoluta rinuncia alla vetta per soccorrere il compagno che non arrivava al campo. Anche questa è "etica". Vera però. Cordiali saluti e complimenti per il sito, riferimento costante per noi anarchici delle montagne.
Luca S.
Ciao Luca. Grazie del tuo messaggio e per gli apprezzamenti che mi hai scritto circa la mia attività alpinistica e la mia persona. Grazie anche per avere espresso la tua opinione sulle mie parole circa la Grignetta d’oro. Non pensavo scatenassero tale interesse… Di Rolando non voglio parlare perché anche se lo conosco da 15 anni non me la sento di obbiettare o discutere il suo alpinismo, la sua etica. E’ libero di fare e dire quello che vuole e, alla luce del premio conferitogli, ha dimostrato di avere dalla sua l’opinione favorevole del mondo del verticale. Non avendo poi nulla di personale contro Rolando mi sento dunque solo di complimentarmi e andare avanti.
Per quanto riguarda la discussione dell’etica la cosa è complicata e semplice allo stesso modo. L’etica è come il volto di una persona. Ognuno ha la sua.. e pensa sempre che sia la più adatta alla propria persona. Sono però d’accordo con te che per apprezzare il proprio volto non bisogna sputare su quello altrui. Su questo sono proprio d’accordo con te.
Per quanto riguarda il nome della via di Rolando chi sale vale chi scende è un vile io penso che il ”salire” che rende realmente “valore” è quello che si fa passando da un alpinismo solo muscolare ad un altro più “dotto, acculturato, secolarizzato… Da questa considerazione cambiano subito i valori in campo e chi sale e chi scende sono spesso coloro meno legati ai numeri e alla grandezza degli appigli e al grado superato. Come vedi I vili e i valorosi sono diversi a secondo dell’angolo di visione e prospettiva. Grazie ancora e buone salite
Simone
In questo momento, chi decide se è vero che hai raggiunto il punto più alto della montagna è un’autorità locale – la “vecia” (Elizabeth Hawley) e i suoi collaboratori in Nepal, l’ufficiale di collegamento in Pakistan – sulla base delle fotografie che gli fai vedere. Se sei da solo si basano sulla tua documentazione ma, bene o male, arrivi quasi sempre in cima con altre persone.