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Alto Adige, guerra dei cartelli bilingue: il ministro paventa maniere forti

Continua la guerra dei cartelli segnaletici
Continua la guerra dei cartelli segnaletici

updated ROMA — “Sessanta giorni poi In Alto Adige, i 36 mila cartelli in montagna scritti solo in lingua tedesca devono sparire. Se non lo farà la Provincia autonoma di Bolzano, provvederà lo Stato”. Parole dure. quelle del ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto.

“il ministro ha preso atto dell’impossibilità di raggiungere un’intesa con la Provincia di Bolzano per una soluzione condivisa della questione della cartellonistica sui sentieri di montagna”. Lo comunica in una nota l’ufficio stampa del ministero per i Rapporti con le Regioni.

“La definizione del problema, mediante un accordo tra le parti interessate, era stata ipotizzata al termine dell’incontro dell’8 luglio con il Presidente della Provincia di Bolzano, Luis Durnwalder – si legge nella nota – Nei giorni successivi, tuttavia, si è rilevato vano ogni sforzo per addivenire ad un’intesa che consentisse di disciplinare l’apposizione dei cartelli sui sentieri di montagna nel rispetto del principio del bilinguismo, senza comprimere l’autonomia provinciale in materia di toponomastica”.

“Constata l’indisponibilità della Provincia a risolvere la questione di comune accordo – conclude la nota – il ministro porrà in essere le conseguenti iniziative per il ripristino della legalita’ violata”. A cosa corrispondano queste iniziative, per ora non è dato sapere. L’impressione è che da una semplice querelle di tipo turistico si sia passati a una contesa politica, ben più pericolosa.

Facciamo un po’ di chiarezza. Il problema non è la violazione della norme sulla toponomastica, bensì la violazione di una norma dello Statuto delle autonomie che prevede l’uso congiunto e paritetico delle lingue. Un articolo che era stato introdotto per tutelare la lingua tedesca e affiancarla a quella di Stato, ovvero l’italiano.

In questo caso la situazione si è addirittura ribaltata, con il tedesco che domina sull’assente italiano. Il Cai e l’Avs, che si occupano della segnaletica di montagna, lo fanno su incarico della Provincia e per questo dalla Provincia di Bolzano ricevono finanziamenti. Entrambi, dunque, sono “concessionari di un servizio di pubblico interesse”. E per questo sono tenuti a rispettare, come peraltro dovrebbe fare la Provincia stessa, le regole dettate dallo Statuto delle Autonomie che, come abbiamo visto, prevede cartelli bilingue. Il resto degli argomenti – cartelli posti su terreno privato – sono strumentali alle rivendicazioni politiche. Ma una cosa è sicura: è inconcepibile che lo Stato italiano abbia sovranità limitata sul suo territorio.

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