AlpinismoAlta quota

GI parete Nord: avventura finita.

Bernasconi, Barmasse e Panzeri tra le morene
Bernasconi, Barmasse e Panzeri tra le morene

KASHGAR, Cina — “Siamo rimasti impressionati dalle valanghe che questa parete ha scaricato negli ultimi giorni. La montagna ora non è in condizioni, e non ci sono i tempi per un tentativo. Abbiamo deciso di tornare a casa”. E’ Daniele Bernasconi, presidente dei Ragni di Lecco, ad annunciare dal campo avanzato la fine della spedizione alla Nord del Gasherbrum I.

“Abbiamo appena finito una riunione con Agostino – racconta Bernasconi -, che ci ha raggiunto oggi al campo avanzato e ha visto anche lui la parete. Ci ha lasciato carta bianca sulla decisione da prendere. E noi abbiamo deciso di tornare a casa”.

“Nelle condizioni in cui si trova la montagna – spiega l’alpinista – non vogliamo scalarla. Sarebbe troppo rischioso. Siamo rimasti impressionati dalle valanghe che abbiamo visto scendere da ogni punto della parete. Siamo arrivati qui sotto cinque giorni fa, subito dopo una nevicata, e per tre giorni non abbiamo visto altro che enormi crolli di neve e ghiaccio”.

“Calendario alla mano – prosegue Bernasconi – ci siamo resi conto che non ci sono i tempi tecnici per attendere un miglioramento. Siamo arrivati certamente tardi al campo base e sicuramente i 20 giorni persi per i problemi burocratici hanno pesato molto sull’evoluzione di questa spedizione. Ci vorrebbe più tempo per prendere confidenza con la montagna, anche perchè la linea che avevamo individuato sulla carta si è rivelata non percorribile in queste condizioni”.

“Abbiamo individuato, forse, un’altra possibile linea di salita – conclude il presidente dei Ragni -, ma non è possibile tentarla in queste condizioni e con questi tempi: il nostro visto cinese scade tra poche settimane e uscire da qui non sarà veloce. Ora dobbiamo pianificare il rientro. Non siamo in un posto facile, davanti a noi c’è un lungo e difficile trekking, con molti passi da attraversare, portatori, cammelli e asini da organizzare. I tempi saranno lunghi”.

“I ragazzi hanno assunto la loro decisione in piena autonomia – commenta il capospedizione Agostino Da Polenza – come è giusto che sia. Le condizioni sono certamente non buone. Aver avuto un tempo maggiore di studio e metabolizzazione della parete forse avrebbe potuto portare ad un tentativo con maggior consapevolezza alpinistica e tecnica. Di fatto però i pareri dei tre ragazzi, seppur non perfettamente concordanti fra loro, convergono sul fatto che sia meglio rinunciare”.

Nei prossimi giorni su Montagna.tv potrete vedere con i vostri occhi le immagini della parete e delle scariche di ghiaccio filmate dagli alpinisti al campo avanzato.

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3 Commenti

  1. 🙁
    Che peccato!

    L’unica cosa ora è tornare a casa… e poi ripensarci con calma e riprogrammare un nuovo tentativo l’anno prossimo. 🙂

  2. L’ alpinista dimostra di aver “carattere”, sia quando si pone l’obiettivo di una vetta, sia quando, e ancora di più, decide di dover rinunciare”

  3. Che peccato Ragazzi, ma letto le condizioni meglio non rischiare, sara’ per la prox volta.

    Siete da ammirare anche per la decisione
    nel rinunciare alla scalata.

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