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Da Polenza: Ilika, l'oasi kirghisa col filo spinato

1983. Carovane di cammelli a Ilika
1983. Carovane di cammelli a Ilika (Photo A. Da Polenza)

ILIKA, Cina — “Ilika l’ho riconosciuta nonostante qui i cinesi abbiano impiantato una dogana e filo spinato ovunque”. Ecco il secondo report di Agostino da Polenza, che con Stefania Mondini si trova oggi nel villaggio di Ilika, dove inizia il trekking verso la parete nord del GI.

“Qui, credo in contrasto con tutte le norme internazionali – scrive Da Polenza -, ti ritirano il passaporto e poi ti lasciano andare verso il campo base. Senza il passaporto ti senti giuridicamente nudo e indifeso.

Ventisette anni fa qui c’era un’oasi, il fiume e il ponte che lo attraversa, c’erano i nostri 120 cammelli, 50 asini che ragliavano e noi del K2. Ma le montagne sono quelle, come la valle, la sabbia, il vento e i kirghisi.

Ci hanno dato la migliore stanza della loro casa di terra e legno, tappezzata di tappeti persiani rossi e oro e di trapunte. Un onore che accettiamo ben volentieri con il tè verde e il pane che ha il sapore del nostro. Hanno le moto, il fotovoltaico e il telefonino, ma i visi le mani e gli occhi sono uguali ad allora.

L’imam che ci ospita si è accertato che fossimo marito e moglie e dunque eccoci qui.  Domani, tempo permettendo, speriamo di avviare la nostra carovana verso il ghiacciaio, dove si trovano i ragazzi. Il meteo, al momento, è molto brutto. Buonanotte a tutti.”.

Ilika, inizio del trekking verso la Nord del GI. (Photo H. Barmasse)
Ilika, inizio del trekking verso la Nord del GI (Photo H. Barmasse)

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