Yudai Suzuki, Genki Narumi e Hiroki Yamamoto realizzano la prima salita della Est dell’Hasho II
Il forte team giapponese ha raggiunto la vetta di questa cima del Karakorum a 6080 metri di quota per l’inviolata parete Est
Una squadra giapponese composta da Yudai Suzuki, Genki Narumi e Hiroki Yamamoto ha realizzato la prima ascesa di una remota parete del Karakorum: la Est dell’Hasho II (6080 m). Si tratta della cima più alta dello spartiacque tra le valli di Khane, Nagmah e Lachit.
Non era questo l’obiettivo originario della spedizione: i giapponesi avrebbero dovuto scalare il Changi II. Tuttavia, quando hanno raggiunto la montagna si sono resi conto che la roccia non era abbastanza stabile da permettere la salita, e hanno deciso di ripiegare su un’altra vetta. I tre hanno percorso la valle di Lachit, finché non hanno trovato la parete Est dell’Hasho II. “Questa cima era la più attraente e logica da scalare, in termini di qualità della roccia e pericoli oggettivi” ha detto Suzuki a Explorersweb.
I giapponesi hanno stabilito un Campo base avanzato a 5090 metri di quota ed effettuato due bivacchi durante la salita: uno a 5510 metri e uno a 5850 metri, sul plateau glaciale. “La cengia era larga come le mie spalle. Era piuttosto freddo e scomodo, ma se mi guardo indietro adesso, la vedo come una bella esperienza”.
I tre hanno deciso di attribuire alla via, di 880 metri, una difficoltà di VI, A1, 50°. I primi tre tiri erano un sesto grado moderato, ma erano molto sporchi di sabbia e polvere. Dopo aver liberato le fessure, i tre hanno continuato verso l’alto. “Sembra un granito perfetto dalle foto, ma in realtà era roccia alpina e molto selvaggia. Al terzo giorno, i tre hanno raggiunto la sezione finale di ghiaccio blu, per poi raggiungere la cima e intraprendere la discesa verso il campo avanzato. “Il terreno era incredibilmente crepacciato. Siamo caduti una decina di volte in crepacci nascosti, ma fortunatamente erano sempre poco profondi” ha concluso Suzuki.
Secondo il database dell’American Alpine Journal, questa salita è solo la seconda in assoluto dell’Hasho II. Infatti, nel 2019 una squadra russa guidata da Konstantin Markevich ha raggiunto la vetta di questa montagna, allora vergine, passando per il versante Ovest e poi per la cresta Sud-Sud Ovest.