Alpinismo

Inizia l’assalto al Manaslu. Ma il Nepal è in rivolta per il blocco dei social media

Sono più di 160 (ma dovrebbero diventare il doppio) gli alpinisti che hanno già ricevuto il permesso per scalare il Manaslu (8163 m). Intanto il Nepal ha bloccato 26 social media, tra cui Facebook, YouTube, Instagram e X e le manifestazioni di protesta vengono represse duramente

A settembre, con l’avvicinarsi della fine del monsone, l’affollamento del campo-base dell’Everest si sposta trecento chilometri più a ovest. Da quando le ripetute chiusure del confine tra Cina e Nepal hanno reso problematico tentare il Cho Oyu, 8201 metri, considerato per decenni il più accessibile degli “ottomila”, le agenzie che organizzano le spedizioni commerciali si sono rivolte al Manaslu, 8163 metri. 

Nei giorni scorsi ha fatto il giro del mondo la notizia che Carlos Soria, 86 anni, spagnolo di Avila, tenterà nelle prossime settimane la vetta per celebrare i 50 anni trascorsi dalla prima salita di un “ottomila” da parte di una spedizione iberica. Nel 1975, il giovane Carlos faceva parte del team, ma non della cordata che raggiunse la cima. 

Insieme a lui, fanno parte della squadra, che si avvale dell’organizzazione e degli Sherpa della Seven Summit Treks, un altro spagnolo come Luis Miguel Soriano e Hugo Ayaviri, guida alpina UIAGM di La Paz, in Bolivia, che punta a salire i 14 “ottomila” della Terra senza utilizzare respiratori e bombole. Il Manaslu, per lui, sarebbe la sesta vetta della serie.  

Oltre ai nomi di Carlos Soria e compagni, il Ministero del Turismo di Kathmandu ha diffuso quelli di oltre 160 alpinisti che hanno completato il briefing e ricevuto il permesso per l’ascensione. Molti altri clienti delle agenzie internazionali e nepalesi dovrebbero completare l’iter nei prossimi giorni, per poi partire (quasi tutti in elicottero) verso i 3700 metri del villaggio di Samagaon e da qui – finalmente a piedi – fino al campo-base. 

Come sull’Everest prima del monsone, e come sul K2 nell’estate che si sta concludendo, una quota significativa (e crescente) di alpinisti arriva dalla Repubblica Popolare Cinese, seguita a distanza dall’India. Il Manaslu sembra interessare meno delle due cime più alte della Terra gli alpinisti-clienti degli USA, presenti finora solo con una dozzina di permessi. 

Sono rappresentati fino a ora sulla montagna, oltre alla Spagna di Carlos Soria, anche l’Argentina, l’Australia, la Bolivia, il Canada, la Francia, il Giappone e la Russia. L’alpinista abruzzese Ernesto Macera Mascitelli ha iniziato nel weekend le rotazioni di acclimatazione tra il campo-base e i campi alti. 

Ai piedi del Manaslu, alcune agenzie hanno già installato i rispettivi campi-base, celebrando le puja di preghiera alle quali partecipano Sherpa e clienti. Il team dell’Expedition Operators Association of Nepal, diretto da Tashi Sherpa, ha già tracciato la pista e piazzato le corde fisse fino al primo dei quattro campi d’alta quota della via normale. Un lavoro analogo a quello compiuto ogni primavera sull’Everest dalla squadra degli Icefall Doctors.  

Secondo il Ministero del Turismo del Nepal, oltre che per il Manaslu, sono stati già consegnati dei permessi per l’Everest, al polacco Andrzej Bargiel, che punta a scendere con gli sci dalla cima come ha già fatto qualche anno fa sul K2. Per risparmiare qualche dollaro, la troupe cinematografica guidata dal fratello Bartek e Dariusz Zaluski, l’altro polacco della squadra, hanno solo dei permessi per il Lhotse e il Nuptse.

E’ già partita per lo Jannu (Kumbakharna per la burocrazia nepalese), 7710 metri, la spedizione del fuoriclasse transalpino Benjamin Védrines e di Nicolas Jean, che affronteranno la parete Nord di questa meravigliosa montagna. 

Si annunciano vari team in partenza per l’Himlung Himal, 7126 metri, nel Nepal centrale uno dei “settemila” affrontati più spesso, da qualche anno, dalle spedizioni commerciali. Visti i nuovi regolamenti di Kathmandu, che richiedono di aver salito un “settemila” prima di affrontare delle cime più alte, l’Himlung diventa sempre più frequentato.  

Completano l’elenco due vette come il Lhayul Peak, 6395 metri, e il magnifico Monte Api, 7132 metri, che si alzano nel Nepal occidentale. Le spedizioni che affrontano queste e altre 95 montagne, secondo un provvedimento di quest’anno destinato a incentivare il trekking e l’alpinismo nelle aree più remote, non pagano tasse né permessi. 

Ma torniamo al Manaslu. La spedizione più numerosa impegnata sulla montagna quest’anno dovrebbe essere quella della 8K Expeditions, i cui circa 50 clienti, in maggioranza cittadini della Cina Popolare, arriveranno al campo-base divisi in tre scaglioni. Tuti i team dovrebbero concludere le loro fatiche per metà ottobre. In quei giorni, sui sentieri dell’Annapurna e del Khumbu, inizierà l’altissima stagione del trekking. Oltre gli 8000 metri, però, il freddo diventerà troppo intenso.  

Il Nepal in rivolta per il blocco di 26 social media

Renderà difficile conoscere l’andamento delle spedizioni alpinistiche la sorprendente decisione, presa qualche giorno fa dal governo nepalese, di vietare in tutto il Paese ben 26 social media, tra i quali Facebook, YouTube, Instagram e X. Contro il provvedimento, migliaia di dimostranti, in grande maggioranza giovani o giovanissimi, hanno sfilato a Kathmandu, Pokhara, Biratnagar e in altre città. 

La polizia ha risposto con gas lacrimogeni e idranti, e poi anche con colpi di arma da fuoco. Fino a ora il bilancio è di 19 dimostranti uccisi, 17 dei quali a Kathmandu, dove è stato imposto il coprifuoco. L’8 settembre il Ministro dell’Interno Ramesh Lekhak si è dimesso. L’invito per gli alpinisti e i trekker che stanno per arrivare in Nepal è di comportarsi con la massima prudenza, e di rispettare le indicazioni ufficiali.  

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close