Riaperto il sentiero “Fiume di Lava”, nel Parco Nazionale del Vesuvio
Il tracciato, per quanto non direttamente raggiunto dall’incendio dei giorni scorsi, era stato chiuso in via precauzionale. Ora è di nuovo a disposizione degli escursionisti
Camminare sul Vesuvio è un’occasione per osservare come il paesaggio conservi le tracce delle eruzioni passate e, allo stesso tempo, mostri i segni di una natura che torna a crescere.
Dal 20 agosto gli escursionisti hanno di nuovo l’occasione di vivere un’esperienza unica: tornare sul sentiero n. 9, il “Fiume di Lava”, uno dei percorsi più suggestivi all’interno del Parco Nazionale del Vesuvio. La riapertura è arrivata dopo settimane di chiusura precauzionale a seguito dell’incendio che aveva interessato alcune aree del territorio: i tecnici hanno verificato con attenzione le condizioni del tracciato e hanno confermato che non è stato toccato dalle fiamme, che le zone circostanti sono state ripulite e messe in sicurezza e che lungo il cammino non si incontrano ostacoli. Così l’Ente Parco ha dato il via libera, restituendo a residenti e visitatori un itinerario breve ma straordinario, sospeso tra natura e memoria storica.
Il “Fiume di Lava”, infatti, deve il suo nome alla grande eruzione del 19 marzo 1944, quando una colata lavica avanzò lenta ma inesorabile fino a San Sebastiano e Massa di Somma, distruggendo gran parte dei territori e lambendo le abitazioni. Ora lo scenario è ben diverso: camminando qui, si ripercorre la storia ammirando uno dei balconi naturali più belli del Mediterraneo, da cui si abbracciano con lo sguardo Napoli, il Golfo, le isole e l’intero hinterland partenopeo. Oggi la pietra nera della lava solidificata si alterna a macchie di vegetazione che tornano a conquistare il terreno, lo stereocaulon vesuvianum (il lichene che un tempo colonizzava la lava creando l’humus necessario a nuove forme di vita) ha lasciato il posto a ginestre, valeriana ed elicriso, che con i loro colori e profumi restituiscono vitalità a quello che fu un deserto minerale.
Come arrivare
Il sentiero è raggiungibile sia partendo da San Sebastiano al Vesuvio lungo il tracciato che conduce al n. 8 “Il Trenino a Cremagliera”, sia dall’accesso che si apre lungo la strada provinciale a quota 572 metri, poco sotto la storica sede dell’Osservatorio Vesuviano, il più antico osservatorio vulcanologico del mondo, fondato nel 1841 da Ferdinando II di Borbone. Dopo un tratto ombreggiato da lecci e robinie, il percorso si spalanca all’improvviso sulla colata del 1944, permettendo di camminare direttamente sul magma solidificato. Lungo il tragitto si incontrano anche testimonianze storiche come le briglie borboniche, opere di ingegneria idraulica costruite per regolare le acque e i flussi di detriti, oggi silenziosi ricordi di un’epoca passata. Il sentiero, che si sviluppa per circa 870 metri fino al margine del bosco del Molaro, offre uno dei punti d’osservazione più spettacolari sul cratere e sull’antico edificio dell’Osservatorio, la costruzione rossa che domina dall’alto la collina del Salvatore.
L’invito del Parco
La riapertura rappresenta una bella notizia per escursionisti e appassionati, ma è anche un invito alla responsabilità: l’Ente Parco richiama i visitatori a rispettare le regole, a non abbandonare rifiuti e a non uscire dai tracciati, così da proteggere un ambiente fragile e prezioso. Chi sceglierà di percorrere questo sentiero vivrà molto più di una passeggiata: sarà un viaggio dentro la storia geologica e umana del Vesuvio, un incontro con la forza della natura e con la memoria di una terra che non smette mai di raccontare sé stessa.
Per informazioni visita il sito del parco.