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Nel mondo antico di Champoluc e dei villaggi walser amati dai vip

La località della Valle d’Aosta ai piedi del Monte Rosa ha saputo conservare gran parte del suo passato. Che si scopre senza molta fatica percorrendo sentieri non troppo frequentati e ricchi di opportunità per soste golose

Il Castore, il Polluce, i Breithorn, i Lyskamm. Alcune delle cime più belle del Monte Rosa chiudono la Val d’Ayas e fanno da onnipresente sfondo anche ai passi dell’escursionista meno avvezzo all’alta quota. Che, senza spingersi fino alla “quota ramponi” si può sbizzarrire lungo percorsi facili ma ricchi di spunti ambientali e storici. Già, perché questa è terra dei Walser che hanno colonizzato larga parte della valle lasciando la loro impronta indelebile in numerose frazioni. Ma è anche storica terra di turismo. Il primo albergo di Champoluc, l’hotel Breithorn, risale al 1901 e grazie alla ristrutturazione completata lo scorso inverno da un gruppo di appassionati imprenditori locali oggi offre le atmosfere del tempo unite ai contemporanei comfort a quattro stelle.
Come per tutte le località di montagna che uniscono magnificenza dei paesaggi e fama di lunga data, anche qui non mancano luoghi presi d’assalto e che soprattutto in agosto perdono gran parte del loro fascino. Ma anche senza dirigersi verso luoghi assolutamente selvaggi, le possibilità di effettuare escursioni (semplici) senza mettersi in fila con i collezionisti di selfie non mancano.

Nel Vallone di Mascognaz

Basta un’ora di cammino (e 300 metri di dislivello) dal centro di Champoluc per raggiungere il villaggio walser di Mascognaz (1812 m). Da qualche anno è stato fatto oggetto di una accurata ristrutturazione ed è noto per il resort di lusso realizzato rivitalizzando alcune delle antiche dimore della frazione. Mascognaz, però, non ha mai rinnegato sé stessa ed è piacevole passeggiare tra i suoi vicoli scoprendo scorci di rara bellezza dietro ogni angolo. A pochi minuti dal cuore dell’insediamento si trova poi un piccolo caseificio – l’Alpage Mascognaz – che produce l’esclusivo Formaggio di Mascognaz utilizzando latte crudo munto dalle mucche che pascolano poco distanti. Chi dispone di buona gamba può continuare l’escursione risalendo il vallone alle spalle del borgo fino al Colle di Palasina (2.668 m), spettacolare punto d’osservazione su gran parte delle montagne valdostane e sui sottostanti laghetti di Palasinaz.

Il mondo antico di Cuneaz

Nei giorni scorsi hanno fatto il giro del mondo le immagini postate sui suoi canali social da Carla Bruni, seduta con il marito Nicolas Sarkozy ad un tavolo del Rifugio L’Aroula, nel villaggio di Cuneaz (2049 m). Una scelta non casuale. L’antichissimo borgo walser, per quanto vicino (una ventina di minuti) all’arrivo della cabinovia del Crest, si trova in posizione defilata rispetto ai luoghi più frequentati della zona e garantisce anche in alta stagione silenzi e atmosfere. Queste derivano dall’aspetto delle dimore plurisecolari (nel ‘700 qui vivevano tutto l’anno quasi cento persone) e dei rascard in taluni casi ristrutturati di recente.  Da qui si può partire alla volta del Col Pinter (2777 m), seguendo i segnavia dell’Alta Via n.1 fino ad affacciarsi sulla valle di Gressoney. Più breve, ma di grande soddisfazione la salita per il Lago Perrin (2635 m), incastonato in una conca ai piedi della Testa Grigia.

La magia del Ru Courtod

Sulla destra orografica della Val d’Ayas, ad un’altitudine intorno ai 1900 metri, corre il Ru Courtod, uno dei più lunghi canali di irrigazione della Valle d’Aosta. Costruito nel XV secolo, porta in 25 km l’acqua che sgorga dal ghiacciaio del Ventina fino a Saint-Vincent. Per conoscere, almeno in parte, questo straordinario monumento al lavoro e all’ingegno dei nostri avi si può percorrere il sentiero che lo affianca. Prima però occorre affrontare la salita di circa 300 metri di dislivello che dalla frazione di Saint-Jacques porta al canale. Poi i segnavia accompagnano nell’escursione in leggera discesa accanto al Ru Courtod, effettuando qualche breve deviazione nei tratti in cui il canale corre sottoterra o in galleria. Dove il bosco si apre in un ampio pascolo si incontra la Tchavana, un agriturismo e caseificio d’alta quota conosciuto in particolare per i formaggi prodotti con latte di pecora. Il luogo, va detto, è spesso affollato anche a causa della vicinanza con la strada che arriva nella frazione di Mandrou, ma la sosta golosa va fatta. Da qui si può scendere a brevemente a Mandrou oppure proseguire lungo il canale fino a quando si trovano le indicazioni del sentiero che scende ad Antagnod.

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