Alpinismo

Filippi, Maquignaz e Ratti aprono una nuova via sull’Aiguille della Brenva

La via è stata ribattezzata “Cenerentolo” (460 m, 7bmax/6c obbl.) Due giorni il tempo impiegato per salire la linea al centro della parete sud-est della montagna

Carlo Filippi, Isaie Maquignaz e Francesco Ratti hanno aperto una nuova via sulla parete sud-est dell’Aiguille della Brenva (3.278 m), nel versante italiano del massiccio del Monte Bianco. La via è stata ribattezzata “Cenerentolo” (460 m, 7bmax/6c obbl.).
Di seguito pubblichiamo il comunicato stampa rilasciato dal team di Francesco Ratti.

Un’avventura tra amici su una parete poco battuta

L’apertura della nuova via nasce come una avventura tra amici. “Ci siamo ritagliati due giorni liberi dal nostro lavoro come guide, che in questo periodo è decisamente intenso – racconta Francesco Ratti – per tentare di aprire una nuova via su una parete con bella roccia, che fosse poco battuta e un po’ selvaggia”. La scelta è caduta sulla parete sud-est dell’Aiguille della Brenva.

Si tratta di una parete non particolarmente remota – si raggiunge in 2 ore di cammino dal Pavillon, stazione intermedia della Skyway del Monte Bianco -, ma che negli ultimi 20 anni, ha visto l’apertura di poche nuove vie di arrampicata.  

“Sulla porzione di parete su cui ci siamo concentrati, si trovano essenzialmente vie classiche di arrampicata, risalenti agli anni ’40 – ’50 – evidenzia Francesco Ratti -. L’unica via moderna, che si sviluppa un po’ più a sinistra rispetto a “Cenerentolo”, è la Via Mares, aperta nel 2002 da Alex Busca, Massimo Farina ed Erman Tussidor”.

Filippi, Maquignaz e Ratti sono partiti nel pomeriggio del 29 luglio per osservare la parete dal basso e verificarne le condizioni, a seguito delle nevicate che nei giorni precedenti avevano interessato l’arco alpino. 

“Abbiamo identificato una linea potenziale nel mezzo della parete sud-est, che ne sfruttasse tutta l’altezza – racconta Ratti -, perché l’intento era aprire una via lunga e avventurosa”. Ne è risultata una via di quasi 500 metri, una lunghezza anche superiore alle aspettative. 

Il gruppo ha bivaccato alla base della parete e il 30 luglio ha aperto i primi 6 tiri, per un totale di 300 metri, raggiungendo la base dello scudo finale, la parte più ripida della parete. Sono dunque riscesi alla base, fissando i tiri più difficili, e alle prime luci dell’alba del 31 luglio hanno ripercorso i 300 metri di via, preparandosi ad affrontare gli ultimi tiri.

Ad aprire il tiro più duro (7b) è stato Ratti, che racconta di aver impiegato circa 2 ore, “per cui non pensavo che saremmo riusciti ad arrivare in cima entro la giornata”. Fortunatamente gli ultimi tre tiri, prima di raggiungere la cresta dell’Aiguille de La Brenva, hanno richiesto meno tempo del previsto. Verso le quattro del pomeriggio, Carlo, Isaie e Francesco, erano in vetta. 

“Abbiamo cercato di mettere meno spit possibili e usare protezioni veloci, in media ci sono meno di due spit a tiro – dettaglia Ratti. – È una via alpinistica da affrontare utilizzando intuito e protezioni veloci. È stata davvero una bella avventura, ce la siamo gustata nonostante il freddo. Ora ci auguriamo che torni qualcuno a ripeterla, anche perché, avendo a disposizione solo due giorni, non siamo riusciti a realizzare anche una salita integrale da capocordata”. 

Perché “Cenerentolo”? 

La via è stata ribattezzata Cenerentolo, con chiaro rimando all’indimenticabile film di animazione della Disney, per colpa di una scarpetta…naturalmente da arrampicata! Durante le doppie del primo giorno, Isaie ha infatti perso una delle sue scarpette, che è caduta sul ghiacciaio della Brenva, in un punto in cui è stato impossibile recuperarla. Il secondo giorno in parete, si è pertanto ritrovato a salire con una scarpetta e uno scarpone. 

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