
Tre dei migliori alpinisti italiani tornano in Patagonia d’inverno. L’obiettivo dei lombardi Matteo Della Bordella, Tommaso Lamantia e Marco Majori è la prima salita invernale del Pilastro Goretta, una via capolavoro aperta quarantasei anni fa da Renato Casarotto, 3441 metri, una delle vette più belle della Patagonia e del mondo.
Il fuoriclasse vicentino, nel gennaio del 1979, ha salito il Pilastro in otto giorni di arrampicata non consecutivi, compiendo anche la prima solitaria assoluta del Fitz Roy. La sua via, che negli anni è diventata classica, ha uno sviluppo complessivo di 1500 metri, circa 600 dei quali sul Pilastro. Include lunghi tratti di VI grado, con passaggi di VII-, A1 e A2.
Quarant’anni fa, all’inizio di luglio del 1985, quattro guide alpine italiane, Paolo Caruso, Maurizio Giarolli, Andrea Sarchi ed Ermanno Salvaterra, hanno compiuto la prima invernale assoluta del Cerro Torre, l’altra vetta-simbolo della Patagonia argentina. Il tentativo che sta per iniziare sul Fitz Roy (Matteo, Tommaso e Marco sono decollati il 5 agosto da Malpensa) si lega a quella esperienza ormai lontana.
Matteo Della Bordella, 41 anni, membro dei Ragni di Lecco e del Club Alpino Accademico Italiano (CAAI), ha all’attivo numerose spedizioni in Patagonia, aprendo una via nuova sul Cerro Torre e salendo per tre volte il Fitz Roy. Tommaso Lamantia, 43 anni, anche lui accademico, ha salito il Cerro Torre e vari “seimila” delle Ande, e si è fatto notare salendo nel 2024 il K2.
Marco Majori, 33 anni, guida alpina di Bormio e alpinista della Sezione Militare di Alta Montagna, nel si è fermato poco sotto la vetta del K2. Suo padre è stato uno dei compagni di cordata di Renato Casarotto, e questo da un significato speciale alla scelta del Pilastro Goretta.
“Dopo essere stato tante volte in Patagonia in estate, era uno sbocco logico vedere le montagne che mi sono più care in un contesto diverso. L’idea nasce dalla curiosità di scoprire qualcosa che già conosco, ma sotto un aspetto nuovo” spiega Matteo Della Bordella.
“L’alpinismo invernale non fa parte storicamente del mio background, ma mi stimola l’idea di mettermi alla prova e conoscere un terreno diverso. Il Fitz Roy d’inverno è un sogno, e farlo sulla Casarotto, che ho già salito in estate, ha un significato speciale”. La spedizione ha il patrocinio del Club Alpino Italiano e il supporto dei Ragni di Lecco.