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Tassa sul Bianco: le opinioni dei lettori

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BERGAMO — La proposta di una tassa per salire sul Monte Bianco, che il sindaco del paese francese di San-Gervais, Jean Marc Peillex, sta sbandierando da oltre un mese, ha scatenato le opinioni dei nostri lettori: chi pro, chi contro. Abbiamo scelto le più significative da pubblicare su Montagna.tv. 

"Quel sindaco non ne capisce molto di montagna – tuona Gianluca Rebuzzi da Mantova -. Urine ed escrementi sono rifiuti biodegradabili. Che dire allora delle centinaia di camosci e stambecchi che ci vivono tutto l’anno? Vanno in bagno nei rifugi? Rifugi, funivie ed eventuali guide, sono già abbastanza cari per gli alpinisti. E, per quanto ne ho capito durante i miei soggiorni, non mi sembra che quelle zone abbiano bisogno di fondi per sopravvivere. La tassa, secondo me, è solo un invenzione per far parlare di sé e del proprio paese. Non credo che la metteranno davvero". 
 

Laconico e pungente, invece, il commento di Diego Garutti, che con cinque parole la dice tutta: "A quando il primo autovelox?". Mentre a Cogollo del Cengio (Vicenza) qualcuno sarebbe anche disposto a pagare la tassa pur di vedere i simpatici francesi che ne hanno avuto l’idea impegnarsi nella raccolta dei rifiuti, organici e non.
 
Anche lui contrario, Pietro Tentori trova assurde tutte le tasse per scalare montagne, europee o extraeuropeee. "I monti rimangono ancora tra i pochi luoghi nei quali una persona può assaporare l’aria della libertà e della serenità – scrive il nostro lettore -. Mi chiedo dunque perchè io debba pagare per avere un po’ di libertà, soprattutto considerando il fatto che i soldi in questo caso andrebbero nelle tasche di chi prima di tutto non ne ha bisogno per vivere e secondo luogo non è dispensatore di sensazioni ed emozioni".
 
"Finita la parentesi "romantica" – continua Tentori -, mi sta bene lamentarsi per i rifiuti: la maleducazione non è ammissibile in nessun caso. Ma non si può protestare se la gente deve espletare le sue funzioni vitali. Il buon senso, sempre che nella situazione specifica sia possibile, suggerirebbe a chi deve fare qualcosa di puzzolente di spostarsi di qualche decina di metri dalla traccia che tutti seguono, ma ciò non può essere controllato neanche pagando la tassa di salita. Comunque, visto che tasse e leggi sono diverse a seconda delle zone, in Italia potremmo indire quella del taglione nei confronti di qualche bizzarro francese "piscione"."
 
Da Tentori arriva anche la proposta di una soluzione alternativa alla tassa: "Visto che le guide alpine frequentano parecchio la via normale francese al Bianco, si potrebbe permettere loro di multare la gente che inquina in montagna gettando rifiuti, escludendo ovviamente i casi di bisogni fisiologici. Gli accompagnatori di media montagna potrebbero fare lo stesso a quote più basse".
 
Alfonso Chelli, invece, non è tanto contrario alla cosa. Con riferimento al paragone tra la tassa del Bianco e la tassa sarda sul lusso, apparsa nel nostro articolo del 18 settembre, commenta: "Ritengo le cose leggermente diverse: Soru colpisce una minoranza di turisti mentre il sindaco francese mette una tassa che potrebbe riferirsi ad una tassa di soggiorno. Un’idea che potrebbe raccogliere il mio consenso se la applicasse anche in Sardegna".
 
Decisamente favorevole, infine, Gianni Angelini: "Sono d’accordo con la tassa. E lo dico da alpinista al quale ancora "manca" quella cima – e prima o poi ci andrò. Oggettivamente, la normale del Monte Bianco è iperfrequentata, e far pagare un contributo (si spera ragionevole…) per ricordare alla gente le conseguenze dell’ "alpinismo turistico" sull’ambiente mi sembra una questione di pura civiltà. Sempre che quei soldi siano impiegati per ripulire la montagna, si intende. Sarebbe una misura migliore dell’alternativa, questa sì pessima: imporre il numero chiuso. Vorrei anche far presente che salire su quella montagna non è obbligatorio, e di spazi altrettanto belli e solitari ce ne saranno sempre.".

 

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