Alpinismo

Il 2025 sarà un anno senza ascensioni del K2?

I successi degli anni scorsi lo hanno fatto dimenticare, ma tra il 1986 e il 2015, per ben undici estati, nessuno ha toccato gli 8611 metri della cima. Spedizioni commerciali e alpinisti indipendenti attendono ancora, ma il tempo finora resta brutto

C’è ancora tempo, quest’anno, per salire in vetta al K2? Alla fine di luglio del 2024, appena un anno fa, sugli 8611 metri della seconda cima della Terra sono arrivati gli italiani Tommaso Lamantia e Federico Secchi, il pakistano Alì Durrani che lavorava per la spedizione diretta da Agostino Da Polenza. E poi i quattro alpinisti francesi – Benjamin Védrines su tutti – poi ridiscesi con il parapendio, e la lunga fila di guide e clienti delle agenzie delle spedizioni commerciali. 

Quest’anno la situazione è diversa. Per gran parte del mese di luglio, le vette intorno al ghiacciaio Baltoro sono state investite dal monsone. Neve abbondante, clima caldo (3 gradi sopra zero all’alba ai 5000 metri del campo-base del K2), nuvole fitte hanno fermato tutti i tentativi alla vetta. Più a valle, il maltempo ha distrutto un ponte sospeso sul fiume Indo, tra Skardu e Shigar, e il viaggio di ritorno degli alpinisti potrebbe rivelarsi problematico.   

“Pensavo a una finestra di bel tempo stabile tra il 26 e il 29 luglio, ma i forti venti ad alta quota l’hanno fatta chiudere prima che potesse iniziare davvero” ha spiegato il noto metereologo Chris Tomer, di Denver in Colorado, al blogger americano Alan Arnette. “L’acqua non gela nemmeno a 6200 metri, intorno ai 7000 cadono sassi” aggiunge la slovacca Lenka Polackova, che ha salito l’Everest senza ossigeno supplementare. 

Forse, uno sforzo combinato tra le varie spedizioni avrebbe potuto cambiare le cose.  “Invece finora non c’è stata nessuna cooperazione tra i leader delle spedizioni commerciali e gli alpinisti indipendenti. Nessuno dei gruppi comunica i suoi piani agli altri” ha spiegato qualche giorno fa l’alpinista polacco Lukas Supergan. 

Dal fronte delle spedizioni commerciali arrivano voci almeno in parte diverse. “Abbiamo piazzato le corde fisse fino a 7200 metri, abbiamo collaborato con gli Sherpa della Madison Mountaineering, ora guide e clienti stanno pazientemente aspettando al campo-base l’arrivo del bel tempo”, spiega una delle agenzie nepalesi. Secondo il blog nepalese Everest Chronicle, però, vari Sherpa hanno subito degli incidenti seri, ma le rispettive agenzie non ne parlano. E’ stata confermata, invece, la morte di un alpinista pakistano. 

“Siamo in ritardo, non abbiamo fretta, il nostro leader Mingma G. Sherpa conosce bene il K2 e il suo meteo, abbiamo fiducia” recita il comunicato di Imagine Nepal, una delle agenzie di Kathmandu (le altre sono Elite Expeditions, Seven Summits Treks e 8K Expeditions) impegnate in questi giorni sulla montagna. Insieme a loro, lavorano dalla fine di giugno sullo Sperone Abruzzi le agenzie pakistane Summit Karakorum, Masherbrum Expeditions e Karakorum Expeditions.  

Anche le notizie che arrivano da Mountain Professionals, l’altra agenzia USA impegnata sulla montagna oltre alla Madison, non sono positive. “Quest’anno la parte alta del K2 è particolarmente asciutta, le cadute di sassi sono abbondanti. Vi terremo informati sull’evoluzione della situazione”. “La nostra spedizione finirà ufficialmente il 2 agosto, ma la situazione non sembra buona né sul K2 né sul Broad Peak”, ha spiegato Lhakpa Sherpa della 8K Expeditions al sito ExplorersWeb.

Nelle scorse settimane, una trentina di alpinisti, compreso il valtellinese Marco Confortola, hanno raggiunto la vetta del Gasherbrum I (o Hidden Peak). Sul GII come sul Broad Peak, invece, che dovrebbero essere gli “ottomila” più facili (ma tutto è relativo!) del Baltoro, nessuno ha ancora raggiunto la cima. 

Se la stagione 2025 si dovesse chiudere senza che alcun alpinista raggiunga la vetta del K2, dal punto di vista statistico non sarebbe una sorpresa. Tra il 1986 e il 2015, ci sono state ben undici stagioni senza successi. 

Al campo-base del K2, in questi giorni, oltre ai team delle grandi agenzie resistono alcuni alpinisti indipendenti. Anche se il tempo dovesse migliorare, però, per chi vuol salire senza respiratori e bombole sarebbe difficilissimo salire senza acclimatazione dai 7200 metri della Piramide Nera, dove finiscono le corde fisse, fino agli 8611 metri della cima. 

Tra gli alpinisti in attesa al campo-base dei Gasherbrum c’è la giovanissima pakistana Selena Khawaja, 16 anni, che nel 2024 ha tentato il Broad Peak e quest’anno punta a salire il GI e il GII insieme al padre. I due hanno salito per acclimatazione il Khosar Gang, 6004 metri, presso Skardu, ma poi hanno faticato a risalire il Baltoro a causa delle piogge torrenziali.

Sintetizza efficacemente le cose Serge Hardy, un alpinista francese che vuole salire senza bombole, ed è stato intervistato da ExplorersWeb. “Potremmo discutere a lungo su perché le maledette corde non sono state fissate. Sono salito due volte fino a 7000 metri, ma senza passare almeno una notte ai 7300 metri del campo 3 arrivare sulla cima sembra quasi impossibile”. E’ ancora possibile raggiungere la cima del K2 nel 2025? Forse sì, ma l’eventualità di un’annata senza successi diventa sempre più concreta.  

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